Muore uno dei simboli assoluti della Serie A, dolore indescrivibile

Lacrime copiose e dolore immenso per i tifosi e gli appassionati: se n’è andato per sempre uno dei simboli assoluti della Serie A

Ormai non c’è più pace. Non c’è giorno che passi senza che dobbiamo registrare la scomparsa di qualche protagonista degli stadi o dei palazzetti dello sport. Campioni con la bacheca piena di trofei o onesti professionisti che hanno speso tutta la carriera nelle serie inferiori, ogni volta si rinnova il dolore.

Tifosi
Muore uno dei simboli assoluti della Serie A, dolore indescrivibile-Sportitalia.it (Foto Ansa)

D’altra parte, quando passa a miglior vita uno sportivo è come se ad andarsene per sempre fosse un nostro caro. Tante volte ne abbiamo ammirato le imprese, davanti al televisore o dal vivo sugli spalti, che ci è familiare come un amico o, appunto, come un parente.

A maggior ragione ragione quando lo sportivo in questione è un campione che con le sue gesta ci ha accompagnati per gran parte delle nostre esistenze. In questi casi ci attanaglia un dolore incommensurabile come per un assoluto simbolo della Serie A che, purtroppo, ci ha appena lasciati per sempre.

Si è spento Alberto Merlati: è ‘crollato’ una parte del Muro di Cantù

Il mondo del basket italiano è in lutto per la scomparsa, all’età di 81 anni, di Alberto Merlati, ingegnere e ultimo giocatore in Serie A a tirare i tiri liberi con due mani facendo partire la palla fra le gambe all’altezza delle ginocchia.

Candele
Si è spento Alberto Merlati: è ‘crollato’ una parte del Muro di Cantù-Sportitalia.it (Foto Ansa)

Merlati, pertanto, è considerato dagli addetti ai lavori e dagli storici della palla a spicchi una sorta di anello di congiunzione tra la pallacanestro postbellica e quella moderna per la tecnica, la fisicità, l’intensità e l’intelligenza, non solo sportiva. Infatti, dopo essersi ritirato dall’attività agonistica, l’ex cestista è stato un imprenditore illuminato e di successo nel settore culturale fondando “La Fabbrica A.S.”.

In ambito sportivo, oltre all’argento con la Nazionale italiana ai Giochi del Mediterraneo di Tunisi nel 1967 per un totale di 30 gettoni, con 123 punti a referto, tutti collezionati nel 1967 tra l’Europeo in Finlandia, il Mondiale in Uruguay e i citati Giochi del Mediterraneo, il suo più grande trionfo è lo scudetto conquistato, nel 1968, con Oransoda Pallacanestro Cantù.

Quella squadra era allenata da Boris Stankovic, con Gianni Corsolini nel ruolo di General manager, mentre Merlati con Bob Burgess e l’oriundo argentino Alberto De Simone formava il leggendario trio di lunghi noto come il ‘Muro di Cantù’ contro cui tutti gli avversari, almeno in quell’anno, andarono a sbattere. Dopo Cantù, Merlati ha vestito la canotta di Gorizia, Venezia, Saclà Asti e Torino.

Immediato il cordoglio espresso dal Presidente della FIP, Gianni Petrucci, a titolo personale e a nome della pallacanestro italiana, per la scomparsa di un vero ‘gigante’ del parquet, cordoglio al quale si associano tutti i tifosi e gli appassionati di basket.

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