Alla fine di una stagione che lo ha visto trionfare a tutte le latitudini, il campione altoatesino incassa l’amarcord del coach
Sembrava impossibile, eppure l’ha fatto. Sembrava un sogno, eppure ci è riuscito. Quando, dopo la vittoriosa finale degli Us Open contro Taylor Fritz, il campione della Val Pusteria aveva dichiarato di voler concludere al meglio l’anno vincendo le Nitto ATP Finals di Torino e bissare il successo ottenuto l’anno prima in Coppa Davis, erano stati in molti a sperarci. Ma forse in (relativamente) pochi a crederci.
Già perché arrivati quasi alla fine di un 2024 estenuante, che lo aveva visto primeggiare in ben 7 tornei, conquistare il numero uno del ranking nel bel mezzo del Roland Garros e fare i conti, a livello mentale, con la Spada di Damocle della sentenza doping, un calo fisiologico sarebbe stato comprensibile. La stanchezza mentale, oltre che fisica, è del resto decisiva quando si occupano posizioni di rilievo nell’Olimpo del tennis moderno.
Ma lui no, lui non ha ceduto di un millimetro. Trionfando sia nel capoluogo piemontese che in quel di Malaga, dove in coppia con Matteo Berrettini ha trascinato l’Italia alla sua seconda Insalatiera di fila.
Non perde un colpo, Jannik Sinner, che ha facilitato la vita e le scelte del CT Filippo Volandri suggerendo di giocare il doppio decisivo contro l’Argentina in coppia col tennista romano. Se nel palmarès dell’ex giocatore livornese figurano ora 2 vittorie consecutive in Davis, gran parte del merito è proprio del nativo di San Candido, leader di una squadra da sogno che nel 2025 correrà per un leggendario tris.
Volandri e quella prima volta con Sinner: “Si vedeva che…”
Intervistato dal ‘Corriere dello Sport‘ qualche settimana dopo l’incredibile gioia di Malaga, Volandri ha ripercorso il successo dei suoi ragazzi, concentrandosi sul grande apporto fornito dal leader del ranking mondiale. E ricordando la prima volta in assoluto in cui lo vide giocare, curiosamente a Roma, dal vivo.
“A fine stagione si è sempre un po’ stanchi, in più Jannik è giunto a Malaga dal successo alle ATP Finals. Ma, come sempre, ha saputo alzare il livello nei momenti importanti. Questa è la sua grande qualità, la caratteristica del campione“, ha esordito.
“La prima volta lo vidi al Foro Italico durante gli Internazionali BNL d’Italia di parecchi anni fa. Io ancora giocavo. Alex Vittur portò Jannik a Roma ed ebbi la possibilità di vederlo: era leggerissimo fisicamente ma aveva un tempo sulla palla pazzesco, incredibile“, ha concluso l’ex tennista toscano.