In quella che poteva essere la settimana della svolta, la Juve ha mostrato tutta la sua bellezza e tutta la sua bruttezza. L’ultima immagine dello Stadium, con i giocatori sotto la curva a prendere i fischi, cancellano via quanto di buono si era visto nella serata di Champions League col Manchester City. Tutto troppo, però. Senza equilibrio. E l’altalena emotiva in questo momento è dannosa per tutti: gruppo squadra e ambiente. Perché l’idea che dentro a questa Juve ci sia del buono non è astratta: lo si è visto nella partita vinta con merito mercoledì.
Non si può neanche sostenere che la Juventus di Motta abbia due volti. A meno che non si vogliano riconoscerle i meriti di quanto fatto contro la squadra di Guardiola, che resta una delle più forti d’Europa anche in crisi: sarebbe troppo scorretto. La Juve con gli ultimi tre punti conquistati in Champions League ha guadagnato la possibilità di giocarsi anche l’accesso diretto agli ottavi, senza play off. Mentre col Venezia si è sgretolata ancora una volta per eccesso di confusione, perdendo di mano un match che aveva pure indirizzato abbastanza.
Alle sollecitazioni dei tifosi, contro il Manchester City, avevano risposto davvero tutti: la squadra, l’allenatore, la dirigenza. Con la presenza e la vicinanza della proprietà, che è garante della storia bianconera e di quel dna che viene spesso tirato fuori per descrivere il bello e il cattivo tempo dalle parti di Torino. Oggi la questione è che nel giro di pochi giorni la Juve ha mostrato due versioni di sé troppe diverse, con la costante di aver perso punti dopo grandi imprese come a Lipsia e a San Siro con l’Inter. Stavolta del crollo ne ha beneficiato il Venezia.
Sarebbe troppo facile mollare la presa a questo punto: non da Juve. Soprattutto dopo quello che si è visto col City, che ha trasudato di tutto ciò che esalta l’ambiente bianconero. In un momento così delicato l’ambiente dovrebbe rimanere unito, anche per evitare di mostrare il fianco a qualche vecchia volpe pronta a togliere credito. La Juve in Champions ha fatto la Juve e non ha dimenticato di certo come si fa tre giorni dopo. C’è solo da lavorare e questo lo si sapeva già, anche mercoledì, dopo un successo che ha mostrato del buono.