Svolta clamorosa per Sinner e Swiatek sul doping, arriva un nuovo verdetto: i tifosi restano con il fiato sospeso
Il 2024 è stato un grande anno per il tennis italiano e internazionale, complice il clamoroso exploit di Jannik Sinner. Allo stesso modo, è stato anche un anno scombussolato da due casi doping che hanno riguardato alcuni tra i migliori giocatori del circuito, lo stesso Sinner e Iga Swiatek. Per loro è arrivata una sentenza diversa che ha fatto discutere e non poco gli addetti ai lavori. Il verdetto però non è ancora definitivo, e l’ultimo annuncio può cambiare tutto.
Uno degli errori che anche gli addetti ai lavori e i giornalisti hanno fatto in questi mesi è sicuramente l’accostamento tra i casi Sinner e Swiatek. Perché è vero che in entrambi i casi si tratta di vicende di doping non certo finalizzate al miglioramento delle prestazioni sportive. Ma c’è una netta differenza.
Sinner è stato contaminato da una decisione altrui. Swiatek ha assunto una sostanza dopante, non avendo però alcuna consapevolezza sulla tipologia di prodotto che stava utilizzando. Chiaro quindi che le sanzioni per i due giocatori dovessero essere differenti.
E alla fine la tennista polacca se l’è cavata con una squalifica piuttosto esigua, complice il patteggiamento. Non le è quindi andata male. Il suo verdetto, e quello relativo all’azzurro, continuano però a essere al centro dell’attenzione, e nelle ultime ore ne ha parlato anche uno dei giocatori più promettenti del circuito ATP, lasciandosi andare a dichiarazioni piuttosto clamorose.
A commentare i due casi doping più spinosi degli ultimi mesi è stato il numero 63 al mondo, Arthur Cazaux, classe 2002 e talento tra i più promettenti del tennis francese. Lo ha fatto in un’intervista a ‘L’entretien’, utilizzando parole molto decise su quanto accaduto.
“A me non importa degli altri“, ha spiegato il tennista transalpino, in maniera lapidaria: “Che un giocatore sia stato dopato o meno non mi interessa, mi concentro solo su me stesso, per cercare di essere il migliore“.
Per Cazaux non è compito dei giocatori giudicare i propri colleghi, anche perché non si hanno tutti gli elementi utili per farlo. E anche se è chiaro che queste situazioni facciano discutere, soprattutto se le sentenze sembrano diverse da un caso all’altro, tutto ciò non deve in alcun modo toccarlo.
Una presa di posizione seria e netta che Cazaux ha mantenuto anche quando, incalzato dai cronisti, ha risposto a una domanda sull’eventuale esistenza di giocatori ‘protetti’ dal sistema: “Non voglio entrare in questo dibattito. Non lo so se sono protetti e non lo sapremo mai. Molto meglio concentrarsi su se stessi e lavorare per migliorare“.
Una vera e propria lezione, quella del francese, a chi invece preferisce attaccare gli altri dimenticando tutte le proprie mancanze, comportamentali o anche sportive. E il pensiero in tal senso non può che correre a Nick Kyrgios, che della squalifica a Sinner ha fatto la sua ossessione, quasi fosse lo scandalo più grave che mai ci sia stato nella storia dello sport.
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