d Alessandro Bastoni, oggi, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine di Libero dove ha risposto alle domande di Fabrizio Biasin. Queste le parole del difensore dell’Inter al quotidiano.
Sulla stagione dell’Inter e la sua personale:
”Voto 8 per entrambe. Siamo partiti un po’ a rilento, perché non esiste più distacco tra una stagione e l’altra. A livello mentale non è stato facile recuperare e questo ha influito. Ci siamo poi ripresi bene e alla fine posso dire che ad agosto avremmo messo la firma per essere in questa situazione di classifica in campionato e in Champions”.
Sulla sconfitta col Bayer Leverkusen:
”La sconfitta non è mai facile da digerire. A casa ho ripensato a tutto, ma basta guardare dove solo Bayern, City, o Real. Stiamo facendo bene. Se abitui tutti all’eccellenza, poi devi essere bravo a mantenere il livello. Ma ovviamente non possiamo vincere tutte le partite. Abbiamo giocato per il pareggio? Non è così. Si entra in campo sempre per vincere. Con la palla tra i piedi loro sono più forti, che del City e noi di sicuro non eravamo nella nostra miglior giornata”.
La stanchezza e il criticato turnover di Inzaghi:
”È impossibile giocare sempre, così come è sbagliato far prevalere l’egoismo personale. È controproducente e è impensabile non fare turnover. Non è umano essere sempre al 100% da punto di vista nervoso. Il riposo è indispensabile”.
Sul suo ruolo di braccetto di difesa con propensione offensiva:
”Ho iniziato la carriera con Gasperini che faceva già queste cose con Toloi e Masiello. A Parma sono tornato a fare il difensore puro E con Inzaghi questa cosa è esplosa. Mi diverto perché sono sempre parte del gioco, in tutti i sensi. Poi è chiaro che puoi farlo negli impianti in cui tutti e 11 ragionano alla stessa maniera. Top del ruolo? Se parliamo di “terzo” e di interpretare il calcio in questa maniera moderna, penso di essere uno dei più forti. Uno più forte di te? Mi piace tanto Gvardiol, ma non se sia più forte di me”.
Possibilità di un addio all’Inter in passato?:
”Qualcuno mi ha cercato, ma ho sempre dato massima priorità all’Inter. C’è una vita oltre il calcio e la mia famiglia sta benissimo qui. Gioco in un’Inter al top, che lotta per vincere in ogni competizione. Non ho mai avuto mezzo pensiero sulla necessità di dover cambiare”.
Un pregio e un difetto di Inzaghi:
”Pregio: il mister riesce a fare sentire tutti parte del gruppo e fondamentali alla causa. Quanto al difetto… non saprei. Forse abbiamo avuto un problema all’inizio nel comprendere il suo calcio”.
La finale di Champions League:
”Vorrei rigiocare quella partita. Assolutamente. È una ferita aperta. Ci è mancato un pizzico di fortuna e un po’ di consapevolezza. Ora sappiamo di essere a quel livello”.