Un retroscena piuttosto clamoroso su Valentino Rossi e sull’esperienza del grande ex pilota italiano con la Ducati. Un’avventura non troppo brillante
Nominare Valentino Rossi per qualsiasi appassionato di motomondiale è come riportare alla mente alcuni dei momenti più emozionanti e avvincenti della storia dei motorsport. L’ex pilota italiano, che ha deciso di ritirarsi dalle corse nel 2021, ha rappresentato un punto di riferimento assoluto, sia per i suoi tifosi che per i rivali o per i giovani talenti che hanno approcciato a questa disciplina.
Un talento puro, un pilota senza fronzoli e spericolato, capace di vincere ben 9 volte il titolo mondiale su due ruote e conquistare almeno una volta il trionfo in tutte le categorie, dalla 125 quando era giovanissimo fino ai successi in MotoGP. Ma non sono mancati, come è naturale nella longeva carriera di un pilota, i passaggi a vuoto per Vale.
Ad esempio nel 2011, quando Rossi, che aveva già ottenuto trionfi eccellenti con le moto giapponesi Honda e Yamaha, decise di cambiare completamente, accettando la proposta della Ducati. Rossi sulla Rossa era lo slogan che andava maggiormente in voga all’epoca, un binomio che faceva sognare i tifosi italiani. Peccato che all’epoca il team di Borgo Panigale non fosse dominante come oggi in MotoGP e Rossi ebbe non pochi problemi.
Rewind: l’esperienza negativa di Rossi con la Ducati
Un salto di qualità che non avvenne mai per Valentino Rossi, il quale non partì neanche così male nel 2011 in sella alla Ducati. Qualche passaggio a vuoto ma anche prove confortanti, anche se a livello di classifica piloti i vari Lorenzo, Stoner e Pedrosa risultarono già irraggiungibili per tutti.
Neanche il cambio moto a campionato in corso, con l’avvento della nuova Desmosedici GP11.1 lanciata ad Assen, riuscì a mettere Rossi nelle migliori condizioni. Insufficiente per colmare il divario con le moto giapponesi. I due anni in Ducati di Rossi sono quasi fallimentari, deludenti, sotto qualsiasi aspettativa.
A ricordare quel passaggio a vuoto nella carriera del ‘Dottore’ c’ha pensato Juan Martinez, allora capomeccanico nella squadra del compianto Nicky Hayden. Nel documentario ‘La vida en Rojo’ prodotto da ‘DAZN’ in Spagna, proprio l’iberico ha ricordato quel flop tutto italiano in questo modo.
“La moto progettata da Filippo Preziosi era pensata per non avere un telaio perimetrale, e l’arrivo di Valentino ha cambiato anche questa filosofia, un po’ con l’intento di convertire una Ducati in una Yamaha. Ma alla fine ciò non accadde. Questo telaio rese ergonomicamente la Ducati troppo ampia e con limitazioni nei cambi di direzione. Ci sono stati anche momenti di grande tensione, sono tremate le fondamenta della stessa azienda, anche perché sono state realizzate sette versioni di moto diverse in due anni per ottenere qualcosa con Rossi, ma alla fine hanno ottenuto solo due podi”.
Insomma, un incubo per Rossi, per la Ducati ed i suoi meccanici. Un biennio a dir poco sventurato nella carriera di uno dei migliori piloti di sempre.