La UEFA ha pubblicato un’intervista a Zlatan Ibrahimovic, in vista della prossima sfida del Milan contro la Stella Rossa e dell’ormai vicinissimo 125° anniversario dalla fondazione del club rossonero.
Perché hai accettato un ruolo più manageriale che di campo?
“Credo nel progetto e credo in ciò che il Milan rappresenta. Ritengo di condividere la stessa visione delle persone che ci lavorano e la stessa della proprietà, perché anche loro vogliono fare cose straordinarie. Loro puntano a fare la storia, a vincere, e quando si tratta di vincere, è lì che sento di essere vivo perché anche io voglio vincere. Faccio di tutto per vincere e non mi arrendo finché non ci riesco“.
Come mai hai scelto il progetto del Milan?
“Ho giocato in molti club, tanti fantastici e grandi club, grandi squadre, ma il club che mi ha dato di più nella mia carriera è il Milan. Sono stato qui due volte e mi piace molto tutto quello che il Milan rappresenta. La prima volta che ho giocato al Milan, mi hanno dato molta felicità. La seconda volta mi hanno dato amore, e adesso sono io a voler dare qualcosa a loro“.
Come ci si sente ad essere un ex-giocatore per uno come Ibrahimovic?
“Da quando ho accettato di non giocare più, va bene così. Sono in pace con me stesso. Ecco perché non mi manca giocare a calcio. Quando dico che mi sento frustrato a non essere in campo, lo dico per la mia esperienza, per la mia personalità. È più per questo che sento un certo senso di frustrazione, ma non perché mi manchi giocare“.
Come sta andando la stagione del Milan e la sua da dirigente?
“Ho ottimi colleghi e lavoro con persone in gamba che mi aiutano. Siamo giovani, affamati, abbiamo grandi ambizioni, abbiamo una grande visione e tutti hanno il desiderio di fare di più. Non siamo soddisfatti finché non otteniamo ciò che vogliamo, cioè vincere. Parliamo molto con i giocatori a livello di team. Ma io in prima persona parlo molto con loro ogni giorno. Fa parte delle cose che faccio e del mio percorso: stare vicino alla squadra, aiutarla e consigliarla“.
Tra poco il Milan festeggerà il suo 125° compleanno. Che emozione è essere un dirigente in questo momento?
“È una cosa che si percepisce all’interno del club: tutti sono entusiasti. Faremo grandi cose per il 125° anniversario e abbiamo in serbo alcune sorprese. Non posso svelare tutto qui perché poi non sarebbe più una sorpresa. Siamo semplicemente una nuova generazione che fa parte della gloriosa storia del club. Attingiamo al passato per adattarlo al presente, lo mescoliamo. Dobbiamo fare capire cosa rappresenta il Milan. Per continuare a costruire il futuro, dobbiamo ricordare a tutti cos’era il Milan in passato, perché è il passato a determinare il futuro. Siamo molto orgogliosi di fare parte di questa storia“.
Grande annata per Pulisic.
“Pulisic è il nostro Capitan America. Sta facendo benissimo, si vede che è felice. Se chiedi a qualsiasi giocatore che sta a Milano, tutti ti dicono la stessa cosa. Tutti sono felici qui, tutti si divertono perché sono in un grande club. Li abbiamo messi in una situazione fantastica. Loro devono solo pensare al calcio e a giocare bene in campo. Per quanto riguarda Pulišić, lo abbiamo risollevato dalla situazione precedente. Si vede adesso che è davvero felice in campo e per questo sta facendo prestazioni di alto livello“.
È sbocciato Reijnders…
“Per quanto riguarda Reijnders, credo che sia il giocatore che è cresciuto più di tutti in poco tempo, perché in questi due anni abbiamo inserito molti giocatori, con profili diversi, caratteri diversi, ma lui ha avuto una crescita incredibile. Non molti tifosi o molte persone lo conoscevano, anche se aveva fatto grandi cose all’AZ. Sta dimostrando di essere un profilo di alto livello. E credo che possa crescere ancora di più“.