Si continua a parlare della questione antidoping con Jannik Sinner protagonista, visto che si è ancora in attesa della sentenza definitiva. Intanto arriva un altro tipo di annuncio
La stagione scintillante di Jannik Sinner nel mondo del tennis è sotto gli occhi di tutti. Il fuoriclasse italiano ha mantenuto per tutto il 2024 un piazzamento di prestigio, diventando il numero uno al mondo grazie alle tante e meritate vittorie con la racchetta in pugno. Il tutto corredato positivamente dal trionfo nelle ATP Finals di Torino e dalla seconda vittoria consecutiva in Coppa Davis con la squadra italiana.
Peccato che Sinner abbia dovuto sempre giocare con una spada di damocle fissa sulla testa. Ovvero la positività al Clostebol riscontrata la primavera scorsa. Come è noto, il tennista azzurro sarebbe risultato positivo a questa sostanza anabolizzante, con una percentuale lievissima reperita nel controllo delle urine. Il tutto per colpa di una pomata assunta non da Sinner stesso, bensì dal suo ex fisioterapista Naldi.
C’è grande attesa ma anche preoccupazione per una eventuale sentenza sfavorevole per Sinner. Il tennista altoatesino si è sempre detto innocente e inizialmente il tribunale dell’Itia aveva assolto il classe 2001. Peccato che la Wada, agenzia internazionale antidoping, abbia voluto fare maggior luce sulla vicenda facendo ricorso al Tas di Losanna, che sta esaminando in queste settimane la questione.
Non solo Sinner: anche Iga Swiatek attende la sentenza sul doping
La questione legata alla lievissima percentuale di Clostebol trovata nei test di Sinner non è certo un unicum nel mondo dello sport e del tennis in particolare. Anche una campionessa dell’ambito femminile si trova in una situazione non troppo distante seppur diversa: parliamo di Iga Swiatek, la polacca ex numero 1 al mondo, anche lei in attesa di riscontro giuridico.
La Swiatek è stata fermata per un mese dopo aver patteggiato con l’Itia, in seguito alla positività alla trimetazidina, sostanza proibita contenuta in un farmaco da banco preso per combattere il jet-lag. La paura della polacca è quella di squalifiche ben più severe, come raccontato in una lunga intervista al programma TV ‘Fakty po Faktach’.
“Quando ho saputo della positività ho avuto una reazione violenta, ricordo le lacrime e il panico. I miei manager hanno detto che la reazione era quella di chi aveva appena visto morire qualcuno, o aveva avuto un grave problema di salute”.
E poi ancora: “Ho combattuto per dimostrare la mia totale innocenza, e so che anche in questi casi le persone cercano di fare paragoni tra queste situazioni con altre che sono già avvenute, ma la verità è che ognuno di questi casi è diverso, quindi impossibile paragonare il mio caso a quello di Jannik Sinner o Simona Halep“.
Casi dunque molto diversi ma entrambi sotto gli occhi del Tas di Losanna quelli di Sinner e della Swiatek. Il mondo del tennis è in attesa di decisioni, le quali potrebbero anche rivoluzionare la giurisprudenza legata ai controlli antidoping ed alla tolleranza su certe sostanze.