Thiago, così non va. Giuntoli, che fai?

Continuare a dire che alla Juve va tutto bene, che il tempo migliorerà le cose e che prima o poi il lavoro pagherà: non è la cosa giusta. L’oggettività è un patto sacro con chi ci segue, dandoci fiducia, per comprendere ciò che avviene oltre a quello che si vede chiaramente. La verità è che la Juve oggi non gira come ci si aspettava e gli infortuni hanno solo aumentato la percezione, ma non sono l’unica causa dei problemi: quantomeno non tutti. Se la botta alla caviglia fermerà anche Cambiaso nessuno potrà farci nulla, come per i crociati di Bremer e Cabal o quella frattura alla costola di Koopmeiners che ha rallentato il suo inserimento nel nuovo progetto bianconero, ma non si può negare che la Juve in questo momento paghi anche tanti altri limiti che sono cresciuti col passare del tempo: imbruttendola.
Ci sono errori all’origine, alcuni non giustificabili. Come, per esempio, l’idea fatta passare con leggerezza che Thiago Motta avrebbe proposto un calcio offensivo, pur avendo dimostrato di essere molto difensivista anche al Bologna. Il possesso della palla non è sinonimo di calcio champagne e la maggior parte dei tifosi della Juve, sicuramente i meno attenti, se ne stanno accorgendo solo adesso. Non è tutto e lo sanno bene alla Continassa: il mercato di Giuntoli è stato d’impatto, ma i risultati in parte non gli stanno dando ragione. Almeno non ai soldi spesi: perché i problemi muscolari storici di Nico Gonzalez, fuori da due mesi, erano troppo noti per pagarlo 33 milioni. Al direttore tecnico va riconosciuta l’abilità di aver dato dei tagli ai costi, ma a gennaio qualcosa dovrà fare anche per correggere errori suoi.
Contro il Bologna Fagioli è parso già con la testa altrove. Motta gli aveva dato un segnale forte mettendolo in campo, nonostante le voci – non smentite – che sarà lui a essere sacrificato nel mercato di riparazione per mettere a posto la difesa e forse anche l’attacco. Il centrocampista evidentemente aveva convinto l’allenatore in allenamento, ma di certo non lo ha fatto sul campo. Come Vlahovic, quasi mai pericoloso e lontano da ciò che dovrebbe fare il 9 della Juve: o quello del Bologna dell’anno scorso, Zirkzee, che al Manchester United non si è ambientato e adesso spera di riabbracciare Thiago in qualche modo. La Juve così non va e l’allenatore è stato onesto nel prendersi le responsabilità, mentre i tifosi della Curva hanno cominciato a lanciare segnali forti invitando i giocatori a tirar fuori gli attributi
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