Juve, parla l’a.d. Scanavino: “Bilancio? Traiettoria buona, saremo la squadra con budget più alto da investire”

L’amministratore delegato della Juventus, Maurizio Scanavino, ha rilasciato una intervista a Radio TV Serie A con RDS, nella quale ha parlato di diverse tematiche di casa bianconera.

A partire dal bilancio: “I numeri parlano di circa 200 milioni di perdita” – ha spiegato – “, ma se andiamo ad analizzarla nel dettaglio tra i mancati ricavi derivanti dalla non partecipazione delle competizioni europee, l’anno scorso eravamo squalificati, e oneri straordinari legati alla gestione, alla coda di tutti gli avvenimenti negli ultimi due anni abbiamo perdite che superano i 150 milioni che non sono della gestione ordinaria. Come dicevo in assemblea la perdita reale di quest’anno va considerata intorno ai 70 milioni, in recupero di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. La traiettoria è molto buona anche per il futuro anche se chiaramente ci sono elementi di imprevedibilità legati ad alcune performance sportive e la coda di alcuni elementi del passato”.

“L’obiettivo principale” – continua – “è mantenere l’equilibrio tra sostenibilità e competitività, quindi è importante trovare il maggior numero di risorse possibili all’interno dell’azienda da poter investire nella parte sportiva per essere sempre competitivi. Costo della rosa? Venivamo da una situazione particolare in cui la somma delle voci stipendi e ammortamenti era particolarmente elevata. In prospettiva, pur avendo ridotto e facendo ancora un po’ di fine tuning, la Juventus dovrebbe rimanere la squadra con il budget più alto da investire nella parte sportiva. Questo a garanzia di una grande competitività, poi ovviamente bisogna fare le scelte giuste, il mercato giusto e avere anche un po’ di fortuna. Le basi però sono queste, perché non sarebbe giusto immaginare una strategia solamente al ribasso e che fa perdere competitività per i massimi obiettivi”.

Su Cristiano Giuntoli e Thiago Motta: “Questo fenomeno di sproporzione della possibilità di investire sui calciatori ha creato un’inflazione degli stipendi e dei cartellini dei giocatori anche al di fuori delle stesse squadre interessante a un certo tipo di livello. Oltre un certo limite credo non sia sano andare, per noi ma non solo. È vero, un campione può fare la differenza, ma il calcio è un gioco di squadra e ci sono tanti altri elementi da tenere in considerazione. Con la parte sportiva rappresentata da Giuntoli e Motta stiamo lavorando molto nell’avere dei giocatori forti che possano far parte di una squadra e che possano fare la differenza colmando il livello verso certi club, che sì hanno una raccolta di campioni ma spesso risultano difficili da tenere insieme”.

Riguardo alla possibilità di aumentare il budget da investire: “Io ho trovato una situazione molto positiva dal punto di vista di infrastrutture, asset, brand e merchandising. Da queste basi stiamo proseguendo, abbiamo fatto secondo me un ottimo lavoro sullo stadio: l’anno scorso infatti è stato registrato il record storico di incassi al netto delle competizioni europee e quest’anno probabilmente riusciremo a fare il record storico comprendendo le competizioni europee. Lo stadio per noi è un asset straordinario, con un livello di hospitality fantastico e per il futuro abbiamo qualche ulteriore idea sempre in ottica di migliorare l’esperienza e di conseguenza i ricavi. Un’opportunità nuova su cui stiamo lavorando negli ultimi due anni è lo sviluppo della comunicazione digitale, basata sulla storia della Juventus, percezione del marchio, i nostri campioni, associata a qualche elemento vicino a qualche target che vogliamo conquistare ci sta permettendo di crescere molto in ambito social. Questo progetto è all’interno di quello che noi chiamiamo “Creator Lab” che è un vero e proprio laboratorio di creazione di contenuti digitali che poi crea prodotti quotidiani per i social fino magari a serie televisive. Soprattutto in ambito social con i prodotti a frequenza quotidiana abbiamo raggiunto quasi 200 milioni di followers in tutto il mondo e posizionato Juventus come il primo brand italiano come followers sui social media. Questo è uno strumento molto potente per la comunicazione della Juventus, dei suoi valori e delle sue prestazioni sportive e sta dando valore al ritorno dell’investimento degli sponsor che abbiamo in portafoglio ma diventerà anche un elemento di monetizzazione di per sé attraverso delle dinamiche tipiche digitali.”

Poi riguardo al prossimo Mondiale per club: “Riteniamo sia un’opportunità molto positiva per il club e per i giocatori per fare esperienza ed avere una vetrina mondiale. E’ una vetrina importante.  L’opportunità deriva dalla visibilità che la Juventus può avere in tutto il mondo, pensiamo che già questa prima edizione possa avere un bel significato portandosi dietro, speriamo, un monte ricavi positivo: su questo punto siamo in trattativa ferrea con la Fifa insieme alle altre squadre dell’ECA però ormai dovremmo essere agli sgoccioli.”

Sulle seconde squadre: “La valutazione che abbiamo fatto (e che era stata fatta anche in passato) è che i giovani talenti abbiano bisogno di tempo e di un contesto adeguato per esprimersi. Normalmente le prestazioni dei giovani non sono sempre in continuità, quindi anche un giocatore molto forte può trovarsi a non performare nel modo giusto e di conseguenza a perdere delle opportunità di crescita. Questi sono i rischi nel mandare un giovane in prestito, è la nostra linea. Invece la Next Gen che abbiamo creato, competendo in Serie C, riteniamo che dia esattamente quel contesto di competitività e di possibilità di crescere ai calciatori all’interno della famiglia, dove si possono valutare le prestazioni nel tempo senza un’esigenza di breve periodo. Dal punto di vista economico l’investimento c’è ed è costoso, il trade off rispetto all’acquisto dei giovani sul mercato va visto nel lungo periodo ma nell’insieme noi crediamo che sia la cosa più giusta da fare”.

Sul calcio femminile infine: “Noi continueremo a investire. È un movimento che esiste da diversi anni ma che forse è ancora agli albori dal punto di vista commerciale. Quello che manca in Italia ma anche in altri Paesi è un apprezzamento, uno sviluppo della parte commerciale che quindi permetterebbe di portare risorse e migliorare ancora di più questo movimento. La nostra squadra sta andando molto bene e siamo soddisfatti”.

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