Gianluca Vacchi e l’ultima sinfonia di ‘Bela’: “Il padel perde un fuoriclasse ma lui è come il Colosseo”

La partita di Bela e Tino Libaak – padre e figlio dal punto di vista della carriera tra vetri e grate – contro i fratelli Deus sarà una lunga apnea per Gianluca Vacchi. Il primo set vinto da Fernando, il secondo che sembra scivolare come sabbia tra le dita fino a quel maledetto 1-4. Vacchi, su quella poltroncina vip, soffre e quasi vorrebbe andar via.  Non sa ancora che arriverà la resurrezione e poi l’impennata di Fernando fino a una ‘manita’ di punti che sancirà il doppio 6-4.
Alle 18 di un pomeriggio di un giorno da Milano Premier Padel, Vacchi non può ancora sapere che Bela si guadagnerà “un partido mas” contro Garrido e Bergamini. E racconta: “Sono molto emozionato – ha ammesso Vacchi prima del match – e avete ragione, non mi sento un amico di Fernando ma un fratello di racchetta di Fernando, per quanto in questo senso sia molto più giovane di lui”, scherza Vacchi.
Un’amicizia nata all’ombra della International Padel Federation, con il presidente Luigi Carraro ad accendere la scintilla di un’amicizia che diverrà fraterna: “Il primo incontro con Bela? Eravamo a Barcellona e Luigi (Carraro ndr) ci ha presentati convintissimo che ci saremmo piacito molto e come al solito ci aveva visto lungo. Quando ci siamo conosciuti mi ha dato una indimenticabile lezione di padel, poi la nostra amicizia è diventata… ‘ortopedica’ – scherza Vacchi – prima i suoi guai con il tendine che però non gli hanno impedito di giocare con me e Luigi, poi dopo ci siamo rivisti in Sardegna, dove abbiamo giocato ancora, anche se io avevo una costola rotta. Diciamo che la nostra amicizia è sbocciata in virtù delle esperienze ortopediche…”.
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Da lì in poi, l’amicizia diventa d’acciaio: “Abbiamo condiviso tanti momenti belli e brutti, come quelli dopo i suoi infortuni durante il recupero. E’ un’unione diventata molto forte con il tempo, che ci ha portato a essere ‘amici di racchetta’, ma anche di valori e di tante altre cose”.
La Last Dance di Bela a Milano, apre ad una riflessione obbligata: c’è stato un padel con Bela e ci sarà un padel senza Bela. “E’ vero, lo sport perde un fuoriclasse, ma rimarrà una memoria enorme. Oggi il padel ha raggiunto un livello altissimo e questo non è solo merito suo perché a questa crescita hanno contribuito tanti fattori, dai nuovi campioni alle politiche giuste della Federazione Internazionale Padel al fatto che sia uno sport che favorisce molto la socializzazione. Ma di Bela resterà una memoria incredibile, degli insegnamenti straordinari: la tenacia, la disciplina, l’intelligenza, la resilienza. Adesso il padel è molto cambiato, ma se c’è una cosa che rimane la stessa è l’approccio con cui un giocatore deve scendere in campo e in quello Fernando è stato il più grande maestro. Sarà senza dubbio il più grande giocatore di tutti i tempi, a prescindere dal numero delle vittorie per come ha saputo mettere la tenacia al servizio della classe e del talento”.
Qualche mese fa, durante il Major di Roma, Vacchi aveva annunciato a sorpresa che nel 2025 avrebbe giocato in coppia con il suo amico fraterno. Una dichiarazione a sorpresa che ha ribadito all’Allianz Cloud: “E’ ancora così, stiamo solo dibattendo su chi deve giocare a destra e chi deve giocare a sinistra… ma ci vedrete in campo insieme e non mollerò di un centimetro accanto al mio maestro di padel e di tenacia”, ha aggiunto sorridendo.
Poi, l’idea di paragonare Bela a un’opera d’arte che possa renderlo immortale nella passione e nella memoria delle nuove generazioni: “Se lo dovessi accostare a qualcosa che ha segnato l’arte, penserei ancora alla tenacia, alla caparbietà e al coraggio e mi vengono in mente i gladiatori”. Un attimo per riflettere e poi eccolo lì, il paragone: “Non ho dubbi, Bela è il Colosseo”.
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