Guardo Tijjani Reijnders e intanto devo scusarmi con lui: non lo avevo capito. Non tutti hanno il coraggio di farlo, ma solo ammettendo di aver sbagliato una valutazione si può commentare in maniera serena e lucida ciò che il campo ti sbatte in faccia. E il campo oggi non lascia dubbi: Tijjani Reijnders è attualmente il miglior centrocampista al mondo. Tanti complimenti a lui e a chi ha permesso questa evoluzione: perché il “nuovo” Reijnders è molto diverso da quello di Pioli, poche storie. Merito di Fonseca e anche di Ronald Koeman, che su Tiji ha puntato senza dubbi, venendo ripagato con gli interessi. Ma Tijani Reijnders aka il miglior centrocampista al mondo, come è arrivato a Milanello e quanto è costato? Sapete com’è… Io le risposte le ricordo, ma vanno in totale contrapposizione a ciò che ho letto per settimane, anzi mesi, sui vari social, o peggio ancora da “esperti” vari. Intanto, chi l’ha portato: Tijjani Reijnders viene notato, seguito e scelto da Geoffrey Moncada. Quello scarso, che non sa fare il ds. Quello che non capisce nulla perché ha preso Emerson Royal: chissà avesse preso Douglas Luiz cosa si sarebbe detto allora… E a pochi giorni dalla firma, Tiji fu contattato anche dal Barcellona: Xavi lo voleva fortemente, così come tutta la dirigenza blaugrana, alzando anche l’offerta di ingaggio. Ma… indovinate? Reijnders scelse di andare al Milan, quel club malandato che non interessa a nessuno, senza dirigenza e senza prospettive future. Infine, la trattativa con l’Az e il prezzo: 20 milioni, senza troppi tira e molla, senza rialzi, senza bisogno di follie. Eppure avevo capito che a 20 milioni – elemosina vergognosa stanziata da RedBird – si prendessero solo mediocri. E avevo capito anche che l’inadeguato Giorgio Furlani fosse capace a prendere solo giocatori che non vuole nessuno, senza concorrenza. Che strano.
Il caso Reijnders, dopo quello Pulisic, ci insegna più di una cosa: intanto che nel calcio ci vuole pazienza. Poi, che la competenza, prima o poi paga. E infine, forse la cosa più importante: che quella famosa competenza, a Casa Milan, c’è eccome. Basta essere obiettivi, sereni d’animo e sinceri per coglierla e celebrarla quando inequivocabilmente, come in questo caso, si mette in mostra.