Terremoto nella classifica ATP a pochi giorni dalla conclusione della stagione: niente primo posto, tifosi increduli
Con le Finals di Malaga che hanno consegnato alla leggenda la squadra azzurra, si è conclusa ufficialmente la stagione 2024 del tennis. La classifica ATP ormai è congelata e non cambierà per almeno un mese. Eppure, c’è una novità che ha colpito tutti gli appassionati italiani: il primo posto non è più nostro.
Chi lo avrebbe mai detto. In questo momento storico l’Italia è una potenza del tennis mondiale. Considerando la stagione vissuta dal fenomeno Jannik Sinner e il trionfo di Malaga, secondo successo consecutivo in Davis, si potrebbe pensare che quello italiano sia il movimento dominante nel mondo del tennis al momento. Eppure, non è così.
Almeno a livello meramente numerico, c’è infatti chi è riuscito a chiudere la stagione 2024 con una truppa di giocatori più fornita nella classifica ATP, prendendo in esame solo la top 100. E paradossalmente si tratta di un paese che, nella Final Eight di Malaga, non era nemmeno presente.
Ranking ATP, l’Italia non domina la top 100: colpo di scena
Nove giocatori in top 100 sono tanti ma non abbastanza da poter consegnare all’Italia lo scettro di nazione più presente in top 100, Anche se poi il peso dei nostri azzurri, considerando il primo posto di Sinner, è sicuramente maggiore rispetto a quello di tante altre nazioni. Appaiate con la squadra italiana ci sono gli Stati Uniti, trainati quest’anno dalla crescita clamorosa di Taylor Fritz, e l’Australia, ben rappresentata in top 10 da Alex de Minaur.
Davanti a tutti, anche ai nostri fantastici azzurri, c’è però a sorpresa un movimento che sembrava essere in una netta fase di crisi e involuzione dopo i fasti di qualche anno fa ma che, invece, nel ranking continua a essere ben rappresentato. Si tratta della Francia che, in top 100, conta ben dodici rappresentanti.
Va però detto che il migliore di questi, Ugo Humbert, è fuori dalla top 10 (fermo al numero 14) così come Arthur Fils, grande speranza del tennis francese anche lui tra i primi 20. Dal punto di vista qualitativo non c’è dunque storia. Quello italiano resta chiaramente il movimento più competitivo, grazie anche a una locomotiva come Sinner in grado di trascinare al successo anche gli altri. E la speranza è che questa situazione possa durare ancora a lungo.