Alex Zanardi è sempre nel cuore di tutti gli appassionati e i ricordi sono legati a splendide notizie. Una fantastica impresa per il campione bolognese
L’ex pilota di Formula 1 Alex Zanardi è stato una grandissima scoperta negli sport paralimpici, dopo aver ottenuto dei risultati straordinari sulle quattro ruote. In America ricordano bene i suoi successi nella Formula CART.
I più giovani ricordano Zanardi magari come grande interprete della handbike, in grado di vincere due volte le Paralimpiadi, tra Londra e Rio de Janeiro, segnando record su record nel corso degli anni. Un autentico fuoriclasse delle lunghe distanze sulla bici in carrozzina, diventata poi famosissima con il passare del tempo.
In realtà in molti sanno benissimo che Alex, prima, è stato molto altro. Di lui si è iniziato a parlare dalla fine degli anni ’80, prima dello sbarco in Formula 1. Un talento naturale, il bolognese, in grado di prendersi un posto nella massima categoria del Motorsport, quando di campioni ce n’erano davvero tantissimi. Nel corso delle stagioni, tra Jordan, Minardi, Lotus e Williams, Zanardi non ha mai trovato la giusta vettura per dire la sua. Per questo si è dedicato anima e corpo all’esperienza americana, andando a vincere due Mondiali nella Formula CART e diventando una vera e propria istituzione.
La grandissima impresa di Alex Zanardi: 18 anni fa ha scritto la storia
L’incidente del settembre 2001, con l’amputazione di entrambi gli arti inferiori, ha posto fine alla carriera di Alex Zanardi ma non alla sua voglia di competere. Un lunghissimo periodo di riabilitazione lo ha portato a diversi anni di durissima lotta, da cui, come sempre, ne è uscito a dir poco vincitore. Nessuno poteva però immaginare che fosse in grado di scendere in pista ancora una volta con una vettura di Formula 1. Invece, esattamente 18 anni fa e un lustro dopo il tragico schianto in Germania, Zanardi si è presentato in pista con una BMW Sauber.
Il 25 novembre del 2006, a Valencia, Alex ha testato una vettura di F1 modificata (con tutti comandi sul volante per non dover usare pedali), ottenendo anche dei tempi di tutto rispetto. Le sue parole furono: “È stato fantastico“, così come la reazione dei tantissimi appassionati di motori, che li capirono come per il bolognese nulla è veramente impossibile. La sua fonte di ispirazione continua ad essere viva tutt’oggi, anche se con modalità e tempistiche diverse.