Sinner e la vicenda doping ancora al centro del dibattito, nuove frasi sul numero uno al mondo che fanno discutere
Grande spettacolo in corso, come prevedibile, a Torino, per le ATP Finals di tennis, un avvenimento ormai entrato tra gli appuntamenti irrinunciabili degli appassionati di sport italiani. Soprattutto per la presenza di Jannik Sinner, numero uno al mondo, che in campo sta ribadendo la sua forza e il suo rango.
Notevole l’entusiasmo per l’altoatesino, che ha coronato un 2024 da favola ricevendo il trofeo dedicato ai tennisti che hanno chiuso un anno solare al comando del ranking. Un riconoscimento che sancisce il suo ingresso nel club dei grandissimi di questo sport. Ormai da cinque mesi, Jannik domina la classifica e in giro per il circuito ha raccolto successi pesantissimi.
Sugli scudi, ovviamente, i due Slam e i tre Masters 1000 vinti, a riprova di un livello altissimo. Che non è stato intaccato dalle altre vicende che lo hanno riguardato, come il caso Clostebol, purtroppo per lui ancora in corso. Pende ancora su Sinner l’ombra del ricorso della WADA, l’agenzia internazionale antidoping, al TAS di Losanna.
Nonostante in ambito tennistico Sinner sia stato assolto per l’assunzione della sostanza tramite un massaggio di un ex componente del suo staff, la WADA vuole andare fino in fondo e il tennista rischia una lunga squalifica, che potrebbe influire molto sulla sua carriera. La verità su questa spada di Damocle si saprà solo tra qualche mese, quando il ricorso sarà discusso, ma intanto il dibattito, nel mondo dello sport e del tennis, prosegue, tra sostenitori e detrattori di Sinner.
A suo favore si schiera l’ex tennista azzurra Flavia Pennetta, oggi commentatrice televisiva. Dichiarazioni forti, quelle della vincitrice degli Us Open 2015, di elogio nei confronti di Sinner e di forte critica al sistema.
In una intervista a ‘La Stampa’, la Pennetta ha spiegato: “La questione del doping è ancora presente, per Sinner non è facile ma sta gestendo tutto al meglio e sta continuando a giocare benissimo. Io metto la mano sul fuoco che Jannik non abbia fatto nulla, il problema è il sistema. Le regole vanno omologate, non si può essere squalificati come un dopato qualsiasi se non ci si presenta a tre controlli antidoping. Credo che ci sia un funzionamento sbagliato in tante piccole cose”.
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