So di dare un piccolo dispiacere alla mia amica Valentina Ballarini ricordando questo episodio, ma uno dei momenti di calcio italiano che più porto nel cuore tra i pochi extra Milan riguarda un derby di Roma. 19 marzo 2008, minuto 92: sul 2-2, Valon Behrami segna il gol decisivo per la vittoria della Lazio e vola sotto la Curva Nord ripetendo due parole. Testa e Cuore. Quando perdi – perché è una sconfitta pareggiare in Sardegna, col massimo rispetto degli amici sardi, che hanno strameritato tutto e anzi, meritavano di più – una partita come quella di Cagliari, sono mancate entrambe, testa e cuore. Uniamo i punti: se un ex capitano come Massimo Ambrosini, nonché grande amico di Zlatan Ibrahimovic, dice a chiare lettere che questo Milan ha mancato di atteggiamento e attenzione, non lo fa a caso. E se un grande Maestro degli affari di casa Milan come Franco Ordine, uno che ha vissuto gli anni d’oro, definisce i giocatori “lazzaroni”, non lo fa senza avere cognizione di causa. E allora ai tifosi chiedo: è possibile pensare che sia sempre colpa di Fonseca, o peggio ancora di Furlani, Ibrahimovic, Moncada, Cardinale e chi più ne ha più ne metta? Mi pare una visione molto infantile: stiamo parlando di una società che compie 125 anni tra un mese, non di una boyband per adolescenti, con sex symbol da idolatrare e difendere a ogni costo. I giocatori del Milan, tutti, devono rendersi conto del privilegio di vestire la maglia di Baresi, Rivera, Maldini, van Basten. E soprattutto, devono farlo dal fischio iniziale al fischio finale, onorandola, sudando. E difendendola con fierezza e professionalità anche fuori dal campo. Ad allenatore e dirigenza, non per questo esenti da colpe, il compito di far capire questo, con le buone o con le cattive, costi quel che costi. Perché questo Milan è forte e la stagione è ancora lunghissima: chi oggi canta il De Profundis, crea solo inutile negatività che non ha nessun riscontro concreto nei fatti. Ma se chi va in campo continuerà a sottovalutare il senso del pericolo, l’abnegazione e la concentrazione, allora sì, anche arrivare fuori dalle prime 4 è una possibilità. Svegliatevi tutti. E come diceva Gattuso: priorità all’AC Milan, sempre!
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