Agenzie di reclutamento, algoritmo, procuratori amici. E’ la ricerca del nuovo allenatore. E’ ciò che resta della Roma. Che poi sono i resti di una Roma distrutta, da tutti, nessuno escluso. E il rischio, concreto, è di sbagliare anche questa di scelta. Una società senza dirigenti, con un ds fantasma perché privo di potere decisionale e con una squadra fantasma. I Friedkin hanno aspettato, dicono, per non prendere una decisione affrettata, ma Juric dopo Verona già sapeva tutto. E questo è stato l’ennesimo errore di una stagione fin qui sciagurata. Che senso ha avuto mandarlo in panchina in Belgio e a maggior ragione contro il Bologna se già avevi deciso di cambiare? Come se i tre punti con i rossoblù non valessero per la classifica, come se una vittoria in Europa League non contasse nulla. Sarebbe stato meglio mandare in panchina l’allenatore della Primavera per evitare l’ennesima figuraccia e uno scollamento tifosi-giocatori mai stato così evidente negli ultimi 20 anni. Di Juric sappiamo che, per i Friedkin, ha gestito un ambiente difficile con il massimo della professionalità, come si legge tra le righe del comunicato. Quell’ambiente che la stessa proprietà ha creato cacciando De Rossi dopo appena quattro giornate e un triennale firmato. Un doppio peccato capitale, perché quella rosa non faceva per Juric e Juric non faceva per quella rosa. Il caso Hummels e da ultimi quelli di Dybala e Pellegrini, la fotografia di una gestione schizofrenica e a tratti surreale. Chi arriverà, allenatore e nuovo Ceo, dovrà salvare la Roma, sì salvare la Roma perché la classifica al momento è quella e fa paura a tutti, perché alla ripresa il calendario è da brividi, prima il Napoli, poi l’Atalanta, in mezzo il Tottenham. Da Coverciano sono rimbombate le parole di De Rossi. Parole concilianti ma che potrebbero non bastare per essere richiamato. Io lo richiamerei, l’ho già detto e scritto. Per il resto, di tutti i nomi fatti, non me ne convince mezzo, ma non perché non siano bravi, attenzione, ma perché ho il terrore del criterio di scelta. Mancini ha esperienza ed è un grande gestore, come lo è Allegri, per molti il sogno. Di Rudi Garcia ho una stima infinita. Ranieri è Roma e la Roma. Terzic e Lampard sono sfumati, il secondo per fortuna, aggiungo perché non pronto per una situazione del genere. La domanda, però che non molla la mia testa da qualche ora, è: ma alla fine da Londra o in qualsiasi altro posto siano i Friedkin, chi avrà effettivamente l’ultima parola sulla scelta dell’allenatore?