Date a Paulo quel che di Paulo (e a Giorgio quel che è di Giorgio)

Ho ancora gli occhi pieni del trionfo di Madrid: chi, come me, era sugli spalti del Bernabeu, non si dimenticherà mai questa serata. Perché questa squadra ha fatto la storia del Milan, c’è poco da dire. Ciò che salta all’occhio incredibilmente è la curiosa coincidenza tra questa partita e il Derby: ogni volta che Fonseca cambia, prepara, cucina e mette in pratica qualcosa di diverso, i risultati arrivano puntuali. La mossa Musah a destra ha mandato completamente in fumo gli eventuali e molto ipotetici piani di Carlo Ancelotti, esattamente come fu per Morata trequartista al derby con Simone Inzaghi. Questa squadra, nella serata giusta, rapisce: sembra un dettaglio, è invece il più solido mattone possibile per provare a costruire qualcosa.  Ovviamente,  con Rafa Leao in campo: non importa il passato, c’è solo il futuro davanti. E non esiste lite né dualismo: insieme! Dopo anni di Milan “di Leao” e qualche settimana di Milan “di Fonseca”, finalmente abbiamo il Milan “diFonsecaeLeao”. Che forse non saranno ancora BFF, ma ci possono lavorare. Su cosa non si può lavorare invece? Sulla malafede di chi scriveva – godendo – che questo Milan era una banda di pippe, con un allenatore scarso e una situazione senza speranza di andare avanti a causa di una dirigenza incompetente e una proprietà povera e per nulla ambiziosa:  Da Pulisic a Reijnders passando per Morata, questo scarsissimo “nuovo” Milan ha alzato l’asticella sulla forza dei giocatori arrivati tra lo scorso anno e quest’anno.  Troppo facile salire ora sulle giostra di chi ha scelto, ha comandato e ha sofferto, da Furlani a Fonseca, da RedBird a Elliott, da Gerry Cardinale a Zlatan. Ma forse, finalmente, meglio tardi che mai, almeno per chi lo ha fatto solo per ingenuità e fretta di giudicare: destinazione? Meglio non ripeterlo troppo forte, perché il Mister mi ha già redarguito in mixed zone a Madrid, parlando del tema “Rafa può fare ancora di più”. Quindi riprovandoci, destinazione? Cagliari, solo Cagliari e fortissimamente Cagliari. E poi, però, ci aggiorniamo. 

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