Conte aveva riportato il Napoli sulla terra ancor prima di Gasp. E forse è proprio questo il problema. Dice che non gioca a nascondino, ma a nascondino ci ha giocato e continua a giocarci. Per tutti è strategia, per tutti è Conte che da sempre è fatto così. Per la sottoscritta Conte rimane il più bravo, ma alla lunga rimarcare il suo sentirsi underdog può diventare un boomerang oltrechè stucchevole. Perché è vero che l’anno scorso è stato un disastro, ma questo gruppo, eccezion fatta per qualche giocatore, l’anno prima aveva stravinto lo scudetto. Lì c’era Osimhen, qui c’è Lukaku fortissimamente voluto da Conte. Lì c’era Kim Min-Jae, qui c’è Buongiorno, lì c’era Zielinski, qui c’è McTominay. Il livello è lo stesso, ed è altissimo, se non migliore nelle alternative (vedi David Neres ad esempio). Quindi la struttura di questo Napoli non è assolutamente inferiore ad Atalanta, Milan e Juventus. Ma le partite si possono sbagliare, i dettagli possono fare la differenza così come i singoli. Ne sa qualcosa il Milan contro il Napoli, ne sa qualcosa il Napoli contro la Dea. E’ stato incensato il Napoli di San Siro, ma è stato il Milan a fare e disfare. Errori dei singoli in difesa e sotto porta con il Napoli che è stato perfetto nell’approfittarne. E’ stato massacrato Fonseca ed esaltato Conte, ma ribadisco, episodi e dettagli hanno fatto tutta la differenza del mondo. Così come l’hanno fatta contro l’Atalanta. Nello specifico a quella che era la miglior difesa d’Europa fino al ko del Maradona, sta mancando la sicurezza del suo numero uno. E’ vero che è tornato dopo l’infortunio, ma Meret anche contro l’Atalanta è stato tutt’altro che impeccabile. Prima di lui Caprile aveva fatto benissimo. Ecco allora che rispetto alle altre big, la differenza è in porta. Sommer, Di Gregorio, Maignan, De Gea, Carnesecchi, Provedel, in questo momento hanno qualcosa in più. Meret deve tornare quello dello scudetto perché al Napoli lì dietro serve la sua leadesrship. E perché dietro l’angolo c’è la sfida ai campioni. L’esame maximo per Conte e il suo Napoli. Chiusura sull’ennesimo weekend disastroso degli arbitri. Alessandro Nesta ha dato la migliore definizione possibile del momento arbitrale. L’allenatore del Monza (che a Monza per me sta facendo bene nonostante la classifica) ha ragione quando dice che è il regolamento che deve adattarsi al calcio e non viceversa. E ha ragione quando dice che si sta rovinando il calcio. Della Roma, invece, non parlo. La situazione, calcisticamente parlando, è “drammatica” sotto ogni punto di vista.