Calcio

Percassi show, per Gasp era un mercato da buttare

Che Gasperini sia un grande allenatore non lo scopro certo io. Gasperini, però, non ha fatto la carriera che meritava per evidenti limiti nella gestione dei big nello spogliatoio e per una comunicazione rimasta agli anni ’90. A Napoli, il Gasp ha fatto un altro capolavoro. Il gioco e l’organizzazione tattica contro il cinismo e la praticità delle squadre di Antonio Conte. L’Atalanta, con Percassi e Gasperini, ha trovato l’America. La Dea crea plusvalenze, ha migliorato Zingonia, ha trasformato uno stadio di Serie C in un impianto da Champions League. Per passare alla storia, per i prossimi 100 anni, mancherebbe solo una cosa: lo scudetto. Molto complicato ma non impossibile se Milan, Inter e Juve sono quelle viste in questi mesi. Gasperini è un maestro ma da solo si sarà chiesto perché la Juventus ha preso Motta in estate e al Milan hanno fatto arrivare un portoghese che del nostro calcio conosce ben poco. I Presidenti si parlano e riconoscono a Gasperini le grandi qualità tattiche e tecniche ma, allo stesso tempo, non hanno voglia di portarsi nello spogliatoio un allenatore padre padrone, poco aziendalista, che litiga con i Direttori e soprattutto che sputtana il proprio datore di lavoro anche senza motivo. Figuriamoci se fosse stato l’allenatore del Milan. Gasperini avrebbe bruciato Casa Milan in conferenza stampa. Quest’anno ha preso un altro abbaglio. Luca Percassi gli compra i calciatori, lui non li conosce, boccia il mercato davanti ai giornalisti e dopo 30 allenamenti capisce che anche stavolta la società non ha sbagliato nulla. Ha fatto plusvalenze, venduto i calciatori con mal di pancia e rinforzato l’organico. Ricordiamoci che l’Atalanta ha perso Scamacca in estate a Parma, in tre giorni Percassi ha preso Retegui (che Gasp non voleva) e ha rinforzato il reparto offensivo. Molti dei calciatori che lo stesso allenatore ha valorizzato, li aveva bocciati al loro arrivo. Questo per dire cosa? Gasperini è un maestro sul campo ma quando invade la sfera societaria perde credibilità e potere. La coppia Gasp-Percassi è perfetta ma molte volte è meglio una parola in meno che due in più.

Michele Criscitiello

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