Si continua a discutere delle vicende extra campo di Jannik Sinner: intervento a gamba tesa sul caso montato sul tennista azzurro numero uno al mondo
Un virus ha debilitato Sinner e lo ha tolto dai giochi per l’ultimo Masters 1000 della stagione tennistica, quello di Parigi-Bercy, ma poco male. Le condizioni dell’azzurro non destano preoccupazioni e il numero uno del ranking ATP potrà essere regolarmente in campo per le ATP Finals di Torino e la Coppa Davis, appuntamenti attesissimi dove tutti i riflettori saranno puntati su di lui.
Ormai, Jannik è l’uomo da battere e lo ha dimostrato da più di un anno a questa parte, ottenendo risultati di tutto rispetto e legittimando il suo primato nel ranking. Grandissima attesa da parte dei tifosi per vedergli tagliare altri traguardi prestigiosi per lui e per lo sport italiano, in attesa dell’avvio del 2025 che sarà fondamentale per il prosieguo. Visto che in quel periodo arriverà il verdetto del TAS sul caso Clostebol.
Sinner è stato assolto dalla ITIA, come noto, ma la WADA, l’agenzia internazionale antidoping, non ci sta e insiste, con il suo ricorso. Una vicenda che continua a far discutere e che alimenta il dibattito tra appassionati e addetti ai lavori. Qualcuno continua a punzecchiare Sinner, anzi a criticare duramente quella che fin qui è stata la sua assoluzione. Come Nick Kyrgios, che si è reso protagonista anche di attacchi di cattivo gusto nei suoi confronti.
L’atteggiamento del tennista australiano, che fuori dal campo è molto attivo sui social ed è diventato un commentatore in tv e sul web con i suoi podcast, è stato stigmatizzato dal giornalista Andrea Scanzi, che ha difeso Sinner andando all’attacco.
Scanzi ha spiegato, sul proprio canale Youtube: “Ho tifato per anni per Kyrgios, ma mi faccio schifo da solo per averlo fatto. È un citrullo, un tamarro che spara castronerie dalla mattina alla sera su Sinner”. Non è finita qui, Scanzi va anche oltre: “Frigna da due anni per un infortunio che poteva risolvere in pochi mesi. E adesso si lancia anche in teorie terrapiattiste”.
Il giornalista e scrittore non è l’unico nell’ambiente mediatico e sportivo a essersi risentito molto per l’atteggiamento di Kyrgios, che adesso sembra proprio aver passato il limite con il suo personaggio.
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