Milan, l’analisi del momento rossonero

Cosa succederebbe se leggessimo la stagione del Milan solo attraverso i numeri? Non che siano irrilevanti, tutt’altro. Da sempre i numeri regolano le leggi dell’universo, sono pratici indicatori per aiutarci a comprendere la realtà. A darle un volto più razionale, concreto. Quelli riguardanti i primi mesi rossoneri di gestione Fonseca – a onor del vero – non raccontano una storia felice, né tantomeno incoraggiante. Se non ci credete, bastano questi: 5 sconfitte in 12 partite, 0 vittorie in trasferta, 3 punti in Champions League, 11 quelli che separano il Milan dal Napoli, a cui ha appena asfaltato la strada verso una fuga sempre più robusta e costante. Difficile leggerli senza un velo di apprensione a corredo. A questo aggiungeteci pure che quella di quest’anno è la peggior partenza del Milan dalla gestione Giampaolo/Pioli di 5 stagioni fa.
Eppure, oltre i numeri, c’è un contesto molto più ampio. Un contesto che contribuisce ad alimentare un sottile rivolo di fiducia. Che Fonseca non sia in discussione e che le colpe finora siano state distribuite in maniera trasversale è un segnale importante. L’emergenza totale – con il Napoli ma non solo – è un elemento che non si può sottovalutare. Tra squalifiche e infortuni, Fonseca non si è nemmeno potuto concedere il lusso di sfogliare qualche dubbio. Un Leao in versione Benjamin Button, che anziché maturare sembra continuamente fare passi indietro, non aiuta. Gli errori individuali, continui e ridondanti, neppure. Con questo non si vuole sollevare Fonseca dalle sue responsabilità, ma piuttosto evidenziare le difficoltà che oggettivamente sfuggono almeno in parte al suo controllo.
Con il Monza rientreranno Theo Hernandez e Reijnders dalle squalifiche, Pulisic tornerà a dare disponibilità full time. Leao avrà un’altra chance per farci vedere che quel giocatore che è sempre stato non se n’è mai realmente andato. Poi migliorare questi numeri sarà una conseguenza di questo e altro: non che basti poco, ma la strada è quella giusta. Per quanto si faccia ancora fatica a vederla.
Gioele Anelli
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