Calcio

Roma, è il punto più basso e sono tutti carnefici. DDR unica via d’uscita

Fare peggio dell’ultimo Pallotta sembrava impossibile, e invece Dan e Ryan Friedkin ci stanno riuscendo. Una società fantasma, una squadra fantasma. La Roma ha toccato il punto più basso degli ultimi 20 anni. E l’impressione è che non sia ancora finita. Perché in questo disastro ci sono poche vittime e tanti carnefici. Partiamo dall’allenatore. Ivan Juric non è una vittima. E’ un carnefice, esattamente come la società, così come lo sono i giocatori. A nessuno sembra realmente interessare la Roma, sono tutti terribilmente concentrati su se stessi. Era entrato in punta di piedi Juric, rispettoso del momento e dell’esonero inspiegabile di De Rossi. Avrebbe dovuto rimanerci in punta di piedi, invece il suo paradiso ha trasformato in inferno la squadra. Ferocemente attaccato al suo credo calcistico, improponibile con il materiale umano a disposizione. La sua realtà diversa dalla Realtà, come le sue dichiarazioni. L’allenatore croato sembra vivere in una dimensione parallela, vedi i suoi 40 giorni di grande lavoro e le 7 partite giocate bene. Nessun miglioramento, nessun gioco, solo giocatori in crisi evidente di rigetto. I presunti leader contro, quei leader che avrebbero dovuto ribaltare Trigoria se davvero avessero voluto trattenere De Rossi. E invece gli alibi fanno comodo a tutti, soprattutto ai giocatori. L’imbarazzo di Pellegrini, il capitano, nel post partita del Franchi è stato emblematico. Juric, abbandonato dalla squadra, ma aggrappato alla sua grande opportunità, avrebbe dovuto dimettersi di fronte allo scempio di Firenze, invece resterà in panchina almeno fino a giovedì. Sarà il Toro, scherzo del destino, a decidere il suo di destino. I Friedkin, nel frattempo, mica stanno a Roma, figurarsi, sono stati avvistati a New York dove De Rossi è in vacanza. Speriamo che l’1+1 faccia 2, perché in questo momento ammettere l’errore e richiamare DDR sarebbe l’unica via d’uscita. Vi prego però di non fare i paragoni con il Napoli dell’anno scorso fuori dall’Europa e con i tre allenatori diversi, perché quel Napoli l’anno prima almeno aveva vinto lo scudetto. Le uniche vittime sono i tifosi, i tifosi dei sold out da record. Quei tifosi che sembrano quasi aver perso la voglia di contestare (al di là di scioperi di curva, fischi e aver aspettato qualcuno il ritorno della squadra a Roma dopo la cinquina di Firenze), perché giustamente si sono stufati. Ecco la loro indifferenza rischia, paradossalmente, di fare più rumore.

Valentina Ballarini

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