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Editoriale Calcio

Fuori i secondi: Inter-Juventus per scegliere l’anti-Napoli. Le chiavi del derby d’Italia

Certo certo, è solo la nona giornata, e bla bla. Ma che Inter-Juventus serva per selezionare l’anti-Napoli – in caso di successo di una – non è solo una tentazione giornalistica, ma anche un suggerimento dell’andamento della stagione. Entriamo nel secondo quinto del campionato, e per quanto ci sia ancora parecchio davanti, se queste sfide non fossero così fondamentali allora non avremmo visto Juventus-Napoli giocata con così timore da entrambe di concedere la fuga all’altra.

Qua il rischio di fuga del dirimpettaio non c’è perché quella che si mette far mangiare la polvere è il Napoli contro il diroccato Lecce, ma allo stesso tempo la paura di perdere con l’altra grande rivale sarà l’anima della partita stessa. Perché entrambe arrivano con la spia della riserva accesa: 3 pedine fuori per l’Inter e 5 per la Juventus, anche se l’Inter ha pure altri 2 ancora a mezzo servizio. Ma la Juve con infortuni di lungo corso ben più pesanti, anche se quelli dell’Inter si sono concentrati nello stesso segmento di reparto costringendo gli altri agli straordinari. E poi l’Inter che sta vincendo di mentalità ma non ha l’energia per fare il proprio gioco, ma la Juventus ben più inguaiata perché non concede nulla ma non produce nulla, e sembra essersi avvitata in questo avvizzimento.

Potete stare certi che si temeranno e parecchio, e dunque facile aspettarsi una partita bloccata, quantomeno un Primo Tempo di testuggine tattica a tutto campo. Insomma partita per palati forti, quelli a cui piacciono le guerre tattiche: magari non per tutti, ma quelle che mostrano la sofisticatezza della preparazione mentale di un allenatore e l’intensità di concentrazione di una squadra, chiave per vincere i campionati.

L’Inter non ha l’autonomia per comandare in scioltezza in mezzo, inoltre ulteriormente appesantita da una partita in Svizzera che è stato l’opposto di una formalità. Che giochi Asllani o Zielinski o si confermi l’esatta mediana di Berna, comunque non sarà lo stesso che con Calhanoglu, l’unico vero insostituibile dell’Inter. Per questo Simone Inzaghi prenderà il palleggio, cercherà il grimaldello, ma spingendo solo in maniera ragionata senza rischiare. La Juve ha un blocco squadra granitico che inaridisce i pozzi, ma anche le proprie risorse, e non potrà fare altro che stare più bassa e aspettare lo spazio che prima o poi l’Inter concede, sperando che la propria costruzione sia meno asfittica di quanto visto nell’ultimo mese. E se pareggio sarà, il doppio ex Antonio Conte vorrà loro ancora più bene.

Tancredi Palmeri

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