Allarme lanciato da Tacconi, portiere di fama mondiale che ha giocato in bianconero tanti anni. Le sue parole suonano preoccupanti
È stato portiere ad altissimi livelli, tra i più forti al mondo, Stefano Tacconi, che in bianconero ha vinto tutto da protagonista. Ora vive un periodo difficile e ha lanciato un vero e proprio allarme nelle sue ultime dichiarazioni. Parole che non sono passate inosservate, soprattutto perché arrivano da un uomo come lui, che ha grande esperienza alle spalle e ha vissuto sulla propria pelle la situazione. Sorprendere anche il racconto toccante sulla propria battaglia contro la malattia ai microfoni di Tutti Convocati su Radio 24. Ecco cosa ha detto e perché le sue parole hanno suscitato così tanto scalpore.
Recentemente, infatti, Tacconi ha dichiarato di essere molto preoccupato per la piega che sta prendendo il gioco del calcio e, soprattutto, alcune sue sfumature. In particolare se l’è presa con il “gioco dal basso“, ormai sempre più popolare. I portieri moderni hanno ormai la tendenza a iniziare l’azione passando la palla ai difensori, mentre una volta Tacconi e compagni “spazzavano” via. Il portiere non ha usato mezzi termini: “Vedo che giocano tutti centralmente, ma è una cosa di una pericolosità pazzesca“.
Ovviamente era abituato a un calcio più pragmatico e diretto, con lanci lunghi e senza rischi. Per questo reputa questo stile di gioco pericoloso. Anche perché, in effetti, si basa pure proprio sulla pressione degli avversari da eludere con passaggi rasoterra per liberarsi spazi alle spalle. Il rischio c’è, ma evidentemente si reputa che “valga la candela”. Sicuramente è una situazione che espone tutta la squadra a rischi e che può portare a errori che portino a situazioni di gol contro: secondo Tacconi non ne vale la pena.
Tacconi e la lotta alla malattia
Tacconi ha scritto la storia del calcio italiano, difendendo la porta bianconera e azzurra. La sua esperienza lo porta a mettere in guardia i giovani portieri e gli allenatori che insistono su questo stile di gioco. Le sue parole vengono dall’esperienza, ma anche dalla poca modernità: sicuramente un campione come lui può capire i pericoli, ma forse fatica a leggere i vantaggi.
Ma la sfida più difficile per Tacconi non è stata sul campo da gioco. Ha dovuto affrontare la malattia. Lo ha colpito un’emorragia cerebrale e ha lottare tra la vita e la morte. È riuscito a riacquistare una qualità di vita accettabile e per parlare di questa storia usa una metafora calcistica: “Sono riuscito a parare anche quello“. Parole emozionanti. Ha dimostrato una grande forza d’animo e ha riconosciuto quanto sia fortunato a essere ancora tra noi, nonostante le difficoltà: “Ho visto tante persone a cui è capitato quello che è capitato a me, ma io riesco a raccontarlo, cammino con le stampelle ed è già buono”.
Con il calcio sempre al centro dei propri pensieri, Tacconi ha dunque affrontato temi leggeri e meno leggeri. Da un lato ci tiene a dire la propria opinione su un aspetto del calcio moderno che non lo convince, dall’altro sempre con metafore calcistiche sottolinea come tutto poi passi in secondo piano di fronte alla malattia.