99 eliminazioni – la giornata ha preso il via con 144 left – attraverso 5 livelli da 90 minuti non sono poche. Parte del merito di questa rapida progressione va attribuito al nuovo sistema di shot clock utilizzato ai tavoli. Già dall’EPT di Barcellona, infatti, l’organizzazione ha ridotto da 30 a 15 secondi il tempo iniziale per prendere una decisione in ogni mano. Se questo tempo non fosse sufficiente, ogni giocatore ha a disposizione 6 time bank da 30 secondi ciascuno.
Solo nel primo livello di gioco sono usciti 38 giocatori. Tra questi, anche un paio di nomi noi, quelli di Adrian Mateos (124°) e Benjamin Spragg (115°). All’inizio del livello successivo, hanno salutato la compagnia il big svedese Niklas Astedt e il twitcher tedesco Felix Schneiders. A seguire, eliminazioni per Artur Martirosian (99°), Adrian State (93°), Yiannis Liperis (80°) e Mihai Niste (57°). Eliminata anche Alexane Najchaus (74° posto), una delle tre donne in gara all’inizio del Day3. La forte americana Victoria Livschitz, la cinese Yisha Chen e la spagnola Marta Miquel Munoz restano le ultime due quote rosa del torneo, con rispettivamente 325.000, 940.000 e 395.000 chips.
Sul finire di giornata sono usciti in successione tre titolari di un trofeo EPT Main Event: Sebastian Malec (50°), Lucien Cohen (49°) e Nicholas Chouity (48°). A questo punto, l’unico che può ancora ambire al bis di titoli è Anton Wigg (1.195.000 chips), vincitore dell’EPT ME di Copenhagen nel lontano 2010, dopo aver battuto in heads-up l’italiano Francesco De Vivo. Il professionista svedese ha giocato un torneo solido, e ha trovato il colpo che lo ha mandato nella top 10 proprio in una delle ultime mani del Day3: all-in con coppia di 10 vs i Jacks di Iurii Okolovich e 10♥ al river che fa settare Wigg.