Gravina sul Milan da Scherzi a parte: un bel tacere non fu mai scritto

Dio maledica ogni maledetta e inutile pausa Nazionali. Già di per sé è altamente pesante dover rinunciare al calcio vero… Poi puntualmente, a ogni pausa Nazionali partono i tormentoni e le polemiche. Su alcuni, meglio glissare: ho letto Dimarco e Beckham nella stessa frase e pensavo… Mi auguro che David sia clemente e non quereli: siamo in pausa Nazionali, vale tutto.

Mi chiedo però per quanto tempo ancora i Milanisti dovranno sopportare a ogni pausa Nazionali il predicozzo mediatico su Tonali: ma come, quando Sandro era rossonero, era quasi un peso che ci fosse anche lui in Nazionale, nascosto tra un fuoriclasse altrui e un altro. Oggi, si parla di Tonali come di Rijkaard pur di voler far rosicare i tifosi del Milan: ecco, guardate che il popolo rossonero sa quanto vale Sandro. E lo sa anche la dirigenza, che lo ha venduto operando la cessione più prolifica della storia del Milan e della storia della Serie A per un italiano. I Milanisti saranno sempre felici per Sandro e lui per loro: aspettando che un giorno le loro strade si riuniscano. Sì, penso che succederà, prima o poi.

Ma nonostante tutto, il premio “Un bel tacere non fu mai scritto” lo vince il presidente Gravina: forse non poteva essere che così, nella settimana del calcio per federazioni, con tanto di dichiarazioni che ci lasciano attendere solo lo striscione “Scherzi a parte”, che purtroppo però non arriva.

Dice Gravina, “I talenti li abbiamo, rincresce vedere però come spesso non vengono utilizzati dai club, penso a Camarda del Milan. Il talento ha bisogno di opportunità, all’estero le danno”.  Ottimo!

Prima obiezione: cosa fa concretamente il calcio italiano, guidato da Gravina, per aiutare i grandi club a tenere i loro talenti? Gravina si è interessato dell’investimento pesante che ha dovuto (sì, dovuto) fare il Milan per blindare Camarda dalle sirene estere?  Come ha pensato di contribuire?

Seconda: “I talenti li abbiamo”. Non mi risulta che la FIGC abbia dei settori giovanili federali (stile Clairefontaine per esempio): se i talenti “li abbiamo” è merito dei club come il Milan (ma potremmo citare Inter, Roma, Juve, Fiorentina), non della FIGC. E quindi i club hanno il diritto e il dovere di gestirli come vogliono, visto che fino a oggi lo hanno fatto bene, e mettendoci unicamente il loro rischio. Questo vale anche per quando ci si bulla dei risultati dell’under 17 campione d’Europa, dove il Milan è rappresentata da 4 elementi, record condiviso con la Roma. 

Terza: “Il talento ha bisogno di opportunità, all’estero le danno”. Siccome Gravina ambisce evidentemente a fare insieme il CEO e l’allenatore  del Milan – che non è il Castel di Sangro -, forse è il caso che inizi a fare la voce grossa almeno con l’unico allenatore di sua competenza e giurisdizione. Cosa vieta a Spalletti di convocare Francesco Camarda per una delle inutilissime partite della Nations League, tipo quella contro il temibile Israele, e di farlo giocare davanti agli occhi del mondo? No… Lo deve fare Fonseca con un Milan in difficoltà, dove ogni partita è una battaglia, giustamente. Scaloni, ct campione del Mondo, e l’AFA, Federazione campione del Mondo, convocavano i vari Soulé e Valentin Carboni quando giocavano ancora in Primavera. L’Italia di Gravina, che non sa com’è fatto un Mondiale dalla figuraccia del 2014, invece parla e basta, sentendosi in diritto di dare frecciatine e lezioni ai club. Intanto sono passati 10 anni dall’ultimo Mondiale disputato: Camarda aveva 6 anni… E all’ultimo vinto, nel 2006, non era nemmeno nato: forse, rifletterei un po’ di più su questo, che dice signor Presidente? Sarà proprio colpa del Milan, senz’altro.

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