Calcio

Il fallimento delle seconde squadre. Servono regole diverse e i club cambino modello

C’è la sosta, non sappiamo cosa scrivere e torniamo su un nostro cavallo di battaglia. Le seconde squadre, in Italia, non servono a nulla. Non servono al sistema. Possono servire al singolo club che trae benefici da qualche plusvalenza ma l’Italia, come sempre, non riesce neanche a fare copia e incolla dall’Estero. Punto 1: se lo fanno in 3 non è un progetto ma un misero tentativo di esplorazione. La Serie C apre le porte ai club di A solo perché pagano 1 milione l’iscrizione e non 140 mila euro come tutti gli altri. Punto 2: se non hai strutture e stadi è inutile che fai il passo più lungo della gamba. Milan, Atalanta e Juventus giocano su campetti malconci di serie D ed Eccellenza. Punto 3: i giovani è più facile bruciarli che valorizzarli. Certo ogni anno su circa 100 giovani qualcosa di buono ti può uscire ma vedete quelli che si perdono. Punto 4: la serie C deve essere il campionato di Provincia dove Atalanta, Milan e Juventus non possono togliere il sogno ad un club come il Nardò che vince due volte di seguito i play off ed è ancora in serie D. Oppure piazze come Siracusa, Piacenza, Reggina e tante altre con grande potenziale che devono pregare in cinese per tornare tra i Professionisti perché i play off in D non valgono nulla e su 18 o 20 a girone ne va in C una sola. Un pasticcio di organizzazione ma anche tecnico. Vedete il disastro della Juventus quest’anno. La prima a far partire il progetto per esigenze proprie e non di sistema. Va a Trapani, non prende charter o hotel, fa dormire a terra in aeroporto i propri calciatori con la tuta della Juventus di rappresentanza. Follia che nel 2024 il club più importante di Italia non si può permettere neanche nella categoria pulcini. Figuriamoci in un campionato professionistico. Sintesi: rischia di retrocedere in D. In quel caso i calciatori si svincolano come succede per le altre? Il Milan è partito con un progetto di fretta e furia e dal nome in giù ha sbagliato tutto. Brand: Milan futuro, non si può leggere o sentire. Gestione Camarda pessima. Non gioca in A e neanche in C. Come bruciare un ragazzo. Squadra affidata ad un allenatore che non aveva mai allenato prima e la classifica è pessima come le prestazioni. Il vero problema è che questi grandi club non conoscono la categoria e credono che sia una passeggiata di salute fare la C. Va bene mettiamo Montero o Bonera in panchina tanto è la terza serie. Invece in Lega Pro ci sono allenatori che potrebbero, tranquillamente, allenare in A e B. L’Atalanta è quella, nel delirio, messa leggermente meglio. Per organizzazione e costruzione logica della squadra. Anche a Bergamo, però, non hanno capito che giocatori come Cortinovis così li bruci e non li valorizzi. Potremmo fare almeno altri 6-7 esempi. Per non parlare delle gare interne: giocare a Caravaggio non ha alcun senso per una squadra come l’Atalanta. Se non hai un secondo campo, allora, non ti iscrivere neanche. Rimpiangiamo i prestiti e le comproprietà. Le grandi squadre aiutavano il sistema prestando i giocatori alle piccole di Provincia e li valorizzavano realmente. Ottenevi un vantaggio per tutti i club che facevano giocare quelli forti e non li pagavano perché venivamo coperti dai grandi club che però si ritrovavano calciatori che a Crotone, Messina e Taranto diventavano uomini. Il progetto, per come è strutturato, non funziona. La Figc deve rivedere il modello. La pagliacciata delle seconde squadre in serie D non sappiamo se fa più ridere, come idea, o dovrebbe farci piangere. Al peggio non c’è mai fine. Qualcuno fermi i vertici in Via Allegri perché di Allegri, di questo passo, ci resta solo il nome della via.

Michele Criscitiello

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