L’ex direttore di gara Claudio Gavillucci è intervenuto in esclusiva a Sportitalia per parlare della situazione della classe arbitrale e del Var in Italia. Anche dopo l’ultima giornata di Serie A infatti diversi episodi sono stati tema di dibattito fra critica e tifosi.
L’applicazione del Var fa ancora molto discutere: cosa ne pensa e come si potrebbe migliorarne l’utilizzo?
“L’uso del VAR continua a generare polemiche, non tanto per le decisioni finali che gli arbitri prendono dopo aver rivisto l’azione, quanto piuttosto per quando gli arbitri vengono richiamati alla revisione. Questo dimostra un problema di coerenza nell’applicazione del protocollo. È per questo che, già anni fa, avevo proposto il VAR a chiamata, che darebbe alle squadre la possibilità di chiedere direttamente la revisione di un episodio, riducendo le discrepanze. Inoltre, ritengo importante garantire che gli arbitri non siano penalizzati per aver corretto una decisione sbagliata grazie alla tecnologia, incentivando così un uso più sereno e corretto del VAR”.
La percezione è che oggi i giocatori, più ancora che in passato, si lascino cadere ad ogni contatto in area perché sanno che al replay (rallentato) spesso verrà punito con un rigore. Anche lei ha avuto questa percezione? E come si può migliorare questo aspetto?
“Sì, me ne sono accorto, e non è una novità. Anche prima dell’introduzione del VAR, i giocatori erano abili nell’adattarsi alle tendenze arbitrali stagionali, sia in base ai cambiamenti regolamentari, che alle direttive del designatore. Oggi, con il VAR, i giocatori sanno che anche piccoli contatti, rivisti al monitor, possono portare a un rigore. Questo fenomeno è amplificato dalla tecnologia, che rende ogni tocco più evidente. Per limitare questo, è fondamentale che arbitri e VAR valutino non solo il contatto in sé, ma anche la sua effettiva incidenza sul gioco. In tutto questo però c’è anche necessità che giocatori ed allenatori contribuiscano evitando di accentuare i contratti i primi e limitando le proteste i secondi”.
Il Var a chiamata cosa avrebbe risolto nell’ultima giornata secondo lei?
“Il VAR a chiamata non risolverebbe tutte le polemiche, soprattutto quelle legate alla discrezionalità dell’arbitro. Tuttavia, ridurrebbe drasticamente quelle riguardanti l’incoerenza nell’uso della tecnologia, garantendo che episodi simili vengano trattati nello stesso modo. Inoltre, potrebbe prevenire situazioni in cui ci sono discrepanze tra l’interpretazione del VAR e quella dell’arbitro in campo, evitando quei “cortocircuiti” che possono verificarsi quando le due sensibilità di giudizio sono troppo diverse”.