Tutto sull’eventuale squalifica di Jannik Sinner. Il tennista azzurro è ancora sotto la lente di ingrandimento della Wada per il caso doping
Sta vivendo un 2024 sulle montagne russe Jannik Sinner. Il fortissimo tennista italiano, attualmente ancora numero 1 del ranking mondiale ATP, viene da mesi davvero particolari. Sul campo si è tolto la soddisfazione di vincere i suoi due primi tornei del Grande Slam, in Australia e negli USA, ma non vanno dimenticate le polemiche per il forfait alle Olimpiadi e al primo turno della Coppa Davis.
Non bastassero le tante chiacchiere sulle prestazioni e sulle condizioni di Sinner, il 2024 sta anche segnando il primo grosso cruccio riguardo l’integrità fisica e morale del campione altoatesino. Nei mesi scorsi era spuntata la positività all’antidoping di Sinner, per colpa della minima assunzione del Clostebol, sostanza anabolizzante presente in una pomata con la quale il tennista è entrato in contatto in maniera accidentale.
Un tribunale indipendente aveva già considerato Sinner non volontariamente colpevole, assolvendolo dalle accuse di utilizzare sostanze dopanti in maniera consapevole. Ma negli scorsi giorni la Wada ha riaperto il caso presentando un ricorso al Tas (tribunale sportivo europeo) per fare maggiore chiarezza su questa vicenda.
Cosa rischia realmente Sinner per il caso Clostebol
Il rischio per Jannik Sinner è di finire nuovamente nel calderone di indagini e polemiche, di risultare forse colpevole per aver assunto (anche inconsapevolmente) il Clostebol tramite la pomata cicatrizzante. Ma cosa rischia realmente il fuoriclasse italiano? A spiegarlo c’ha pensato a ‘Quotidiano Sportivo’ l’avvocato Salvatore Civale, presidente Associazione avvocati dello sport.
“L’agenzia mondiale antidoping vuole far mostra e mantenere saldi i suoi principi. Soprattutto l’intenzione è quella di difendere una casistica di precedenti piuttosto corposa in merito. C’è da dire che le tracce di Clostebol sono minime. Ma ritengo che un paio di mesi di squalifica potrebbe rischiare di prenderseli, magari con un accordo fra le parti, e spalmati su un periodo poco fitto d’impegni sportivi”.
Dunque Sinner rischia una breve squalifica che potrebbe non inficiare sul suo rendimento e sui tanti impegni stagionali di tennis. Ma sarà il Tas a decidere, con l’arbitrato che si svolgerà non prima del prossimo mese alla presenza di un rappresentate del tribunale stesso, uno scelto dalla Wada e un altro a favore del team di Sinner.
C’è un precedente in Italia che fa sorridere Jannik: qualche anno fa il difensore argentino José Luis Palomino, all’epoca in forza all’Atalanta, risultò lievemente positivo al Clostebol per aver maneggiato un farmaco diretto al suo cane. Il Tas diede ragione al calciatore respingendo il ricorso della procura antidoping.