Jannik Sinner è nell’occhio del ciclone, e potrebbero arrivare cattive notizie: le ultime dichiarazioni non lasciano spazio all’interpretazione
Sembrava finita, ma così non è. Continua l’incubo di Jannik Sinner dopo la sua positività al doping emersa nel mese di marzo – durante un controllo di routine effettuato ad Indian Wells – e resa nota qualche settimana fa, alla vigilia dello US Open.
Nonostante il giovane altoatesino sia riuscito a dimostrare di essere entrato in contatto con il Clostebol – uno steroide anabolizzante proibito dal regolamento – in maniera completamente fortuita, è ancora a rischio squalifica. Il motivo risiede nel fatto che la Wada ha deciso di fare ricorso contro la sentenza di assoluzione pronunciata in precedenza dal tribunale indipendente dell’ITIA.
L’agenzia mondiale anti-doping, nel dettaglio, ritiene che la constatazione di “assenza di colpa o negligenza” pronunciata dal tribunale in questione qualche settimana fa non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. Pertanto ha avanzato la richiesta di una squalifica compresa tra 1 e 2 anni per il tennista azzurro.
Una vera e propria doccia gelata, arrivata in prossimità dell’Atp 500 di Pechino e che Jannik ha commentato così: “Sono molto deluso e anche sorpreso dall’appello della WADA, visto che abbiamo avuto tre udienze e tutte e tre sono andate molto positivamente per me. Non me l’aspettavo”.
Inutile dire che il tennis italiano sta vivendo con grande apprensione la complicata situazione in cui versa il numero uno al mondo. Tra appassionati ed addetti ai lavori c’è chi è ottimista ed è convinto che il caso si risolverà senza particolari conseguenze. Ma c’è anche chi, giorno dopo giorno, è sempre più preoccupato riguardo l’incombere di una sospensione del classe 2001 altoatesino. Tra questi ultimi vi è un ex giocatore che, intervenuto ai microfoni di ‘Mowmag.com’, ha espresso il suo punto di vista in maniera molto chiara. Ci riferiamo a Daniele Bracciali, ex top-50 della classifica mondiale.
“Nel caso di Sinner è stata fatta una grandissima sciocchezza, una grave mancanza da parte del suo fisioterapista e del suo preparatore atletico, che ora gli potrebbe costare, come è successo ad altri sportivi, una squalifica”, ha esordito Bracciali interrogato sulla vicenda.
Secondo l’ex tennista aretino, alla fine, il nuovo verdetto potrebbe essere meno aspro di quanto abbia richiesto la Wada, ma il rischio sospensione è comunque da non sottovalutare: “Squalifica che però non penso sia di uno o due anni come è stato chiesto, ma potrebbe essere di qualche mese. In questo momento, con l’appello che è stato fatto dalla Wada, purtroppo la squalifica è da mettere in previsione. Tutto dipenderà dai tre arbitri del Tas”.
Bracciali ha poi rincarato la dose dicendo: “Al momento possiamo solo sperare che ci sia una sentenza positiva, anche se forse è ora di cominciare a entrare nell’ottica che qualche mese di squalifica gli possa essere dato purtroppo. Lo ritengo possibile perché quello che gli verrà contestato è la responsabilità oggettiva, tanto quanto è stata contestata in altri casi”. L’ex tennista ha evidenziato come sia importante il fatto che il contatto con la sostanza sia avvenuto a causa di una mancanza di attenzione da parte del team di Sinner, e non da una persona esterna. “E con questo intendo che una minima responsabilità a lui potrebbe essere riconosciuta, per quanto spero ovviamente che non sia così”.
Insomma, secondo Bracciali, gli scenari per il prossimo futuro di Sinner sarebbero tutt’altro che rosei. Staremo a vedere come andrà a finire. Intanto, lo ricordiamo, in attesa della sentenza, Jannik potrà continuare a giocare e conserverà tutti i risultati ottenuti finora nel 2024.
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