A Leverkusen, serviva la prestazione: la prestazione è arrivata. Lo avevamo detto in tempi non sospetti, la BayArena è un fortino inespugnabile da cui uscire vincitori è un’impresa titanica: si poteva pareggiare, forse si doveva, visto il secondo tempo, pareggiare, ma questa nuova Champions così spettacolare ti dà la possibilità anche di sbagliare 2/3 partite. Ciò che invece è più interessante analizzare è soprattutto il perche questa squadra abbia fatto così fatica difensivamente nel primo tempo, di nuovo. Al netto del valore enorme dell’avversario, il campanello d’allarme suona davanti a una sottile coincidenza, che tale non è: l’assenza di Alvaro Morata e la sua sostituzione con Ruben Loftus-Cheek. Intendiamoci, lungi da me voler gettare la croce addosso a qualcuno. Ma che l’inglese non sia per nulla a suo agio col nuovo Milan è francamente palese. L’ex Chelsea non filtra da mediano e non lavora in pressing da trequartista: il risultato è che puntualmente risulta un giocatore regalato agli avversari con annesse conseguenze. Difficile peraltro sperare in una redenzione: è vero che il fisico è di quelli che entrano in forma tardi, ma il problema sembra molto più profondo e delicato di una semplice crisi di condizione. Si tratta di una questione di compatibilità: quella che nella rosa del Milan affligge anche Luka Jovic, altro giocatore che rischia di essere fuori contesto con questo sistema di gioco, dove una punta fa il trequartista di sacrifico e l’altra deve dare profondità. Ottobre e novembre saranno il tempo delle valutazioni e dei bilanci: se ci sono giocatori fuori contesto – un altro probabilmente è Samuel Chukwueze -, meglio intervenire a gennaio, mischiando un po’ le carte. La partita della BayArena forse avrebbe avuto qualche chance in più con un Manu Konè al fianco di Fofana, nel ruolo che resta forse l’unica lacuna non riempita nell’ultimo mercato. Guai però a lamentarsi come se nulla fosse stato fatto: leggo ancora pochi complimenti per chi, con soli 13 milioni, ha sistemato l’ attacco con due titolari, di cui uno insostituibile in campo e fuori, con un bagaglio di “liderança” enorme. Era meglio spenderne 54 per Zirkzee? Ditemi oggi se è il Milan che rimpiange l’olandese, o l’olandese a rimpiangere il Milan: un esempio che dovrà essere sempre di insegnamento, da qui al futuro, ogni volta che si valuterà a priori un’operazione di mercato con l’aria di quelli che sanno sempre tutto e che si parlerà a sproposito di Giorgio Furlani in primis, ma anche di Moncada, Ibrahimovic e il famoso gruppo di lavoro. I professori dei social se ne facessero una ragione. Perché la dirigenza del Milan non sarà perfetta, ma di certo non si tira indietro nel cercare a tutti i costi di esserlo. A volte sbaglia, come tutti. E a volte – vedi Christian Pulisic, un top player mondiale pagato più o meno mezzo Frattesi – ci riesce pure.