La positività al doping di Jannik Sinner continua a far parlare di sé, stavolta lo sfogo è furente: ecco cosa è successo nelle ultime ore
Nella mattinata di sabato 28 settembre, come un fulmine a ciel sereno, la Wada ha reso noto di aver presentato ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport contro la sentenza di assoluzione di Jannik Sinner pronunciata dal tribunale indipendente dell’ITIA dopo che l’altoatesino era stato trovato positivo al Clostebol – uno steroide anabolizzante proibito dal regolamento – durante il torneo di Indian Wells. La vicenda sembrava conclusa, ma così non è. E, purtroppo, il giovane tennista azzurro è finito nuovamente nell’occhio del ciclone.
Nonostante non sembrino intaccare il suo rendimento in campo, le polemiche nei confronti del numero uno al mondo continuano infatti a susseguirsi copiose. Non solo i semplici appassionati, ma anche qualche addetto ai lavori si è espresso in modo abbastanza duro nei riguardi del classe 2001 tirolese – vedi Nick Kyrgios – e tutto lascia presagire che la pioggia di critiche non sia destinata ad interrompersi in tempi brevi. Anche perché affinché arrivi una nuova sentenza in merito alla situazione di Jannik dovrà passare ancora qualche mese (si parla di metà dicembre o inizio 2025).
Caso doping, Sinner nel mirino della critica: Pietrangeli non ci sta
In questo scenario, però, c’è ovviamente anche una folta schiera di persone che ci tiene a supportare un Sinner che, fino a prova contraria, rappresenta soltanto un vittima in questa vicenda. Lo ricordiamo, infatti, l’azzurro è riuscito a dimostrare di essere entrato in contatto con la sostanza in questione in maniera assolutamente fortuita: cruciale un trattamento del suo (ex) fisioterapista, Giacomo Naldi, effettuato senza guanti dopo aver utilizzato una crema che appunto conteneva il Clostebol.
Una situazione surreale, che molto probabilmente non ha nemmeno troppo senso, dato che si parla di un giocatore fortissimo e che la quantità di medicinale trovata nelle sue urine è praticamente infinitesimale. Ne è convinto Nicola Pietrangeli, il quale, nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di Libero, si è lasciato andare ad un duro sfogo contro l’agenzia mondiale anti-doping e contro i detrattori del nativo di San Candido.
“Jannik è il più bravo del mondo, ha 23 anni e che bisogno avrebbe di doparsi?”, ha dichiarato Pietrangeli a ‘Libero’. “La Wada è una commissione che usa due pesi e due misure, mi ricorda certa magistratura italiana“, ha aggiunto l’ex tennista criticando l’agenzia mondiale anti-doping.
“La vicenda era chiusa a doppia mandata, la Wada ora ha messo la patata bollente nelle mani del TAS, forse per pulirsi la coscienza. In un certo senso lo ritengo perseguitato. Mi auguro di tutto cuore che il ricorso finisca in una bolla di sapone”, ha continuato Pietrangeli, che infine lancia una stoccata a uno dei maggiori detrattori dell’azzurro, forse il primo in assoluto, Nick Kyrgios: “È stupidamente geloso e invidioso”.