Pisilli ha passione, Soulè ha paura. Nel weekend del meritato elogio del romano e romanista Pisilli, mi voglio soffermare sulla parabola già discendente dell’argentino. Il peso di quanto è costato (30 milioni di euro) rischia di soffocarlo, a maggior ragione dopo prestazioni come quella contro il Venezia. Chi lo aveva accolto come il nuovo Dybala, ricorderete la folla all’aeroporto, adesso lo denigra. Perché Roma, si sa, è la piazza degli eccessi e le mezze misure non esistono. Ma è proprio in questo momento che la società, al momento c’è solo Ghisolfi, insieme all’allenatore devono proteggerlo perché il rischio è quello di bruciarlo e di bruciare l’investimento fatto. Soulè sembra spaesato, non salta mai l’uomo e non tira mai in porta, e il problema non è la convivenza con Dybala perché contro il Venezia ha giocato al posto di Dybala. Adesso l’imperativo deve essere salvare il soldato Soulè, altrimenti si poteva fare un altro ragionamento e magari andare su un giocatore in prestito come Nico Paz (a proposito complimenti al Como). Per me il peccato originale è sempre il mercato fatto dai giallorossi. Chi l’ha promosso è perché ha visto i nomi, ma al momento ci sono molti più dubbi che certezze. E se è stato motivo di scontro tra il club e De Rossi capiamo il motivo. Soulè è arrivato perché Chiesa, principale obiettivo di De Rossi, era titubante e aveva voglia di giocare la champions, ed è qui che il progetto tattico ha iniziato a fare acqua da quasi tutte le parti. Perché volevi un esterno e invece hai preso un trequartista. Poi c’è stato l’equivoco Dybala e gli esterni di gamba non sono più arrivati. Hermoso e Hummels, più il secondo del primo, sono punti interrogativi, Dahl arrivato come vice Angelino. ieri ha giocato, senza brillare, con la Primavera, Saud in Europa League non ha convinto, tutt’altro. L’esterno, quello che ti fa la differenza, l’ha preso la Lazio, Nuno Tavares, insieme al sopra citato Nico Paz è la “sorpresa” di questo primo mese e mezzo di campionato. Complimenti alla Lazio per averlo preso, complimenti a Baroni per riuscire a fare giocare insieme e, bene, Dia e Castellanos. La sua Lazio è ancora più offensiva rispetto a quella di Sarri e dal centrocampo in su è una delle squadre più belle da vedere. Baroni sta dimostrando che era stra-pronto per il grande salto.