In esclusiva a Sportitalia è intervenuto Carlo Nicolini, che dal 2004 al 2016 e poi dal 2020 ad oggi ha lavorato allo Shakhtar Donetsk, prossimo avversario dell’Atalanta in Champions League. In Ucraina ha inizianto come preparatore atletico per poi divenire direttore sportivo al fianco di Dario Srna fino a pochi mesi fa.
Che partita si aspetta fra Shakhtar ed Atalanta?
“Sicuramente una bella partita perché sono due squadre che in maniera diversa interpretano un buon calcio, con ritmo, propositivo, con intensità. In entrambe le rose ci sono giocatori di elevato tasso tecnico e qualitativo. Lo spettacolo è quasi assicurato, così come i gol”.
Come affronteranno la partita le due squadre?
“Lo Shakhtar propone il gioco, cerca di arrivare in avanti con il fraseggio, con la tecnica, con gli spunti delle individualità. L’Atalanta con grande corsa, aggressività, viene a prenderti uomo a uomo a tutto campo. Poi con notevoli individualità che possono decidere la partita in ogni momento. Mi aspetto sicuramente una partita molto interessante e bella da vedere”.
Come arrivano le due squadre a questa partita?
“L’Atalanta ha fatto prestazioni di altissimo livello ed altre sottotono: insomma deve trovare l’equilibrio che ha avuto nelle ultime annate. Dipende dunque se sarà l’Atalanta di sempre, o quella che ha mostrato delle amnesie. Lo Shakhtar credo che possa arrivare un po’ stanco perché non è facile convivere per anni con ciò che sta accadendo per la guerra con gli annessi disagi nel lavoro e nella logistica. I viaggi per esempio: ieri hanno fatto allenamento in mattinata e poi sono partiti subito dopo pranzo per arrivare solo in tarda nottata in Germania. Anche la Dinamo Kiev contro la Lazio ha mostrato difficoltà fisiche. Non vuole essere un alibi, però sono condizioni oggettive da mettere in risalto. In campionato hanno iniziato non benissimo come al solito, ma la Champions è un’altra cosa”.
Lo abbiamo già visto in azione contro il Bologna.
“E’ stata una partita un po’ strana. Dominata in avvio dagli ucraini, poi quel rigore sbagliato ha dato un po’ di carica al Bologna frenando un po’ l’entusiasmo dello Shakhtar. Il pari è stato giusto, perché poi il Bologna ha messo da parte i timori dell’esordio. Domani sarà tutta un’altra partita e diventano già punti pesanti con il nuovo format per pensare di passare il turno”.
A proposito del nuovo format: le nostre 5 italiane dove possono spingersi in questa Champions? Si dice che l’Inter sia la più attrezzata ad andare fino in fondo, lei è d’accordo?
“L’Inter è già arrivata fino in fondo due anni fa e poi ha dominato l’ultimo campionato. Non avendo cambiato praticamente nulla andandosi anzi a rinforzare è normale che venga considerata come una di quelle che possa arrivare in fondo. Le altre hanno cambiato tanto sia a livello di giocatori che di staff, quindi forse questa formula paradossalmente un pochino le aiuta in tal senso. Perché hanno un po’ di tempo per mettersi a punto”.
Come per esempio il Milan, trasformatosi dopo il derby.
“Esatto, non penso che il Milan visto contro il Liverpool possa essere lo stesso che vedremo fra 2-3 mesi. Poi in Europa ci sono sempre i soliti colossi. Le inglesi, due o tre tedesche importanti, mettiamoci sempre anche il Paris Saint Germain – anche se secondo me è un po’ in calo”.
Quindi quante italiane passano?
“Nelle otto finali un paio di italiane potrebbero tranquillamente esserci per valori di rosa e per capacità del nostro calcio di gestire i nostri valori che le diverse situazioni”.
Che ne pensa dell’impatto di Dovbyk?
“Dovbyk deve essere un rimpianto per le altre italiane perché si poteva prendere a cifre diverse, tale era il talento che mostrava da tempo a mio parere. In Spagna ha mostrato certi valori ed anche in Italia si sta confermando un giocatore importante. E’ andato in una squadra che può adattarsi alle sue qualità”.
E di Neres, che ha incrociato allo Shakhtar anche se per poco?
“E’ un giocatore fortissimo. Allo Shakhtar lo avevamo preso per fare per fare un salto ulteriore di qualità, poi è successo quello che è successo in Ucraina purtroppo. In un ambiente come Napoli, con la tipologia di gioco di Conte e con un centravanti come Lukaku il suo saper saltare l’uomo e la sua qualità nel fornire assist nell’arco della stagione sono fattori importantissimi”.
Merita più spazio?
“Conte e lo staff sapranno come utilizzarlo e sanno che tipo di condizione avrà in questo momento, dato che ci lavorano insieme. Poi se chiedete a me in senso assoluto penso che meriti anche più minuti di quelli avuti fino ad ora perché ha la qualità per fare la differenza. Magari non è ancora entrato esattamente negli schemi o nella mentalità del mister, ma sta già facendo bene contribuendo con degli assist alle vittorie del Napoli. Si saprà ritagliare anche uno spazio più importante”.
Che ne pensa di Conceicao? Se ne vedono pochi in Italia con quel tipo di giocata lì nelle corde, parlo dell’1 contro 1.
“Esatto, sono caratteristiche importanti proprio perché pochi giocatori le hanno ed aggiungo che pochi allenatori sanno far giocare questi giocatori all’interno delle loro squadre. Ma se sempre più squadre giocano uomo a uomo, se hai quel giocatore che ti crea la superiorità numerica puoi fare un upgrade importantissimo. Lui poi è ancora giovanissimo, ha voglia di fare, ha voglia di mettersi in mostra. Non arriva con la nomea o con l’ingaggio da dover essere titolare a tutti i costi o da avere delle pressioni subito. Quando lo mette, lui è pronto ed ha entusiasmo, voglia e soprattutto qualità. E’ interessante per il nostro campionato e mi auguro che si dia sempre più spazio a questi giocatori che hanno il colpo di genio e che rendono più bello questo sport”.