L'ex tennista netto sul caso Sinner (Ansa) - Sportitalia.it
Il caso Clostebol con protagonista il numero uno al mondo Jannik Sinner non finisce qui: le parole dell’ex tennista sono dure
Jannik Sinner era partito col sorriso a Pechino al fine di difendere il titolo conquistato l’anno scorso. Poi, però, nel bel mezzo del match contro Roman Safiullin, ha capito che qualcosa non andava, che un nuovo problema all’orizzonte diventava sempre più evidente.
Il caso Clostebol non è ancora finito per volere della Wada, l’agenzia internazionale antidoping, che ha ufficializzato davanti al Tas di Losanna il ricorso contro l’assoluzione presentata dal Tennis Integrity Agency (ITIA). Sinner era stato assolto dal caso relativo alla doppia assunzione della sostanza proibita, ma evidentemente l’agenzia antidoping non ha ritenuto ottimali le verifiche indipendenti presentate dall’ITIA e quindi ha deciso di agire di proprio pugno.
Un caso questo che sconvolge non poco il tennis nostrano, visto che Sinner rischia un periodo di squalifica compreso tra uno e due anni.
Molte sono state le dichiarazioni a sostegno del campione altoatesino. Sinner non immaginava di avere ancora a che fare con questo caso esploso durante gli ultimi Indian Wells e pensava che la sentenza presentata dalla Tennis Integrità Agency bastava e avanzava per ritenerlo estraneo ai fatti. Evidentemente, per la Wada, agenzia protagonista di altri casi scottanti del presente e del passato, le valutazioni indipendenti dell’ITIA non sono sufficienti in quanto non conformi alle sue norme.
In merito alla questione, si sono espressi una serie di protagonisti legati al mondo del tennis, come ad esempio Paolo Bertolucci, tra i migliori tennisti azzurri di sempre. In una intervista all’agenzia AGI, ha voluto sostenere il classe 2001 con parole molto forti: “Sono fermamente convinto dell’innocenza di Sinner. Fermo restando che la certezza non ci può essere mai, trovo del tutto logica la sua versione, cosa che mi è stata confermata anche dagli addetti ai lavori”.
Per Bertolucci insomma la versione di Sinner è giusta e veritiera, tuttavia a detta sua un caso di questo tipo non può non avere strascichi nel medio e lungo periodo. Il rischio è che questo caso possa distrarlo dai suoi impegni tennistici. “Non è giusto tenere un tennista sulla graticola per tutto questo tempo. Fermare un atleta per un tempo così lungo è ridicolo, significa in poche parole ucciderlo“, conclude l’ex tennista che si ritiene ottimista alla luce del caso Palomino.
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