Continua a tenere banco il caso Jannik Sinner: una vicenda che fa discutere su più fronti
Si sta godendo gli ultimi giorni di riposo, prima di tornare in campo, Jannik Sinner, pronto a vivere un finale di stagione da protagonista come è stato finora tutto il 2024 per lui. Rivedremo l’azzurro in occasione dell’ATP 500 di Pechino, cui seguirà il Masters 1000 di Shanghai.
Sinner ha punti importanti da difendere, visto che proprio un anno fa, di questi tempi, iniziò la sua vertiginosa ascesa. Ma il vantaggio in classifica è ampio, Jannik può rimanere in vetta al ranking almeno fino alla fine del 2024. Una superiorità, quella dell’altoatesino, che in questo momento è davvero difficile da mettere in discussione e da scalfire in campo.
Fuori, le cose vanno un po’ diversamente. Le discussioni su di lui non mancano, da circa un mese, da quando cioè è emersa la vicenda Clostebol. I fatti sono noti. Dopo Indian Wells, Jannik era risultato positivo a questa sostanza, provando però che si era trattato, nel suo caso, di una contaminazione dovuta a un massaggio. Motivo per il quale, si è deciso di non squalificare Jannik. Una decisione che però come sappiamo ha alimentato non poche polemiche, da parte di addetti ai lavori, appassionati e anche da parte di alcuni colleghi.
Pende, su Jannik, l’alea di un ricorso al TAS di Losanna della WADA, l’agenzia internazionale antidoping. Tuttavia, si avvicina il termine del 30 settembre e giorno dopo giorno appare sempre più lontana l’ipotesi che il ricorso possa avvenire effettivamente. In questi giorni, però, il tema torna caldo, per una vicenda simile trattata molto diversamente.
Se Sinner ha evitato la squalifica, non è andata così per Stefano Battaglino, che ha pagato con uno stop di quattro anni per la positività al Clostebol.
Al ‘Corriere della Sera’ Battaglino racconta la sua storia, con molta amarezza: “Io e Sinner siamo risultati positivi allo stesso farmaco, entrambi per un massaggio. A lui nulla, a me quattro anni di squalifica. Sono felice per lui, gli auguro tutti i successi possibili, ma sono molto deluso per quanto riguarda me. Come dicono i miei legali, per lo sport sono un appestato. Fortuna che da febbraio dell’anno scorso lavoro nell’azienda di famiglia, se avessi fatto il maestro di tennis ora sarei rovinato…”.
Battaglino ha un’idea di come siano andate le cose nel suo caso: “Negli ambienti dei tornei frequentati dai tennisti oltre la posizione 250 dell’ATP, non ci sono controlli, nel mio caso rintracciarono solo a fine torneo il fisioterapista che mi aveva contaminato. Si difese dicendo di avere usato i guanti, ma non ricordo ciò…”.
Alex Zanardi ha lasciato nel cuore degli appassionati una serie di ricordi indelebili: l'ultimo annuncio…
Una stagione indimenticabile per Jannik Sinner. Tra le celebrazioni del numero uno del mondo, l'ultima…
In una sosta per le nazionali balzata agli onori delle cronache come “killer” calcisticamente parlando,…
Illegittimo il licenziamento per giusta causa, Zvonimir Boban ha vinto il ricorso in cassazione contro…
Si è deciso al doppio il quarto di finale di Coppa Davis tra Italia e…
Il cambio di passo alla fine si è formalizzato. A distanza di poche ore dal…