ESCLUSIVA SI Bucchi: “Conte, che impatto, ma a lui e Motta serve tempo. Milan, mi aspetto una grande serata”

L’allenatore Cristian Bucchi – passato dalle panchine di Pescara, Perugia, Sassuolo, Empoli ed Ascoli, fra le altre ed ex calciatore del Napoli – ha rilasciato una intervista a Sportitalia per parlare dell’inizio della Serie A e delle aspettative per le squadre italiane impegnate in Champions, a partire da stasera.

Che ne pensa dell’impatto di Conte a Napoli?

“L’impatto di Conte al Napoli è stato esattamente quello che ci aspettavamo. Irruente, ha portato subito la sua mentalità alla squadra, che ora mostra quel senso di compattezza. Non mi sorprende, piuttosto mi aveva sorpreso il secondo tempo degli Azzurri a Verona. Anche se nella prima frazione di gioco la prestazione era stata buona già allora, ma non c’era stata reazione dopo il primo gol dei veneti”.

Poi la reazione c’è stata dalla seconda giornata.

“Sì, si è visto un Napoli molto diverso, anche un pizzico fortunato, fattore che comunque non guasta ed è importante. Penso all’episodio che ha portato all’espulsione del portiere avversario a Parma, che ha portato alla superiorità numerica ed alla vittoria arrivata all’ultimo respiro: sono queste partite ed episodi che risultano essere determinanti e decisive per costruire una bella stagione”.

A cosa punta il Napoli?

“Ha imboccato la strada giusta. Credo che punti alla Champions League, credo che sia ancora distante dall’Inter per poter ambire allo Scudetto. Non può però essere un organico che rimane fuori dall’Europa come successo lo scorso anno. Sarebbe un buon risultato quello di centrare la Champions appunto, il primo passo del nuovo progetto di Conte”.

L’Inter spenta di Monza l’ha sorpresa?

“Non è stata bellissima, ma ci può stare quando si arriva dalla sosta con tanti giocatori arrivano tardi o acciaccati e subito dopo c’è una partita importante come quella contro il Manchester City”.

La Juve punta allo Scudetto?

“Non lo so. Credo che la Juve un po’ come il Napoli debba fare degli step. Pensare troppo in là è pericoloso, soprattutto nel creare false aspettative. Penso che i bianconeri abbiano migliorato di molto l’organico, ma poi ha fatto un cambiamento radicale importante, dalla guida tecnica alla rosa stessa. Servirà del tempo per essere squadra a 360 gradi come lo è oggi l’Inter che rispetto alle altre non ha cambiato allenatore ed ha confermato la gran parte della rosa”.

Si parte dal PSV.

“Un avversario alla portata della squadra di Motta. Allo stesso tempo sarà un avversario difficile, tosto e quadrato. Da prendere con le molle”.

Milan-Liverpool?

“Una bellissima sfida, è una di quelle serate da Milan. Il Diavolo più bello si è visto di sera ed in Champions League, ricordo delle partite meravigliose vissute lo scorso anno, penso alla sfida con il Newcastle o con il PSG, così come quella fatta a Dortmund. Serate dove, essendo una partita secca, anche le stelle tendono a fare qualcosa in più. Mi aspetto un grande Milan”.

Fonseca ha ritrovato la squadra con il Venezia?

“Ci andrei un attimo con i piedi di piombo, perché l’altra sera il Milan ha fatto una buona gara, ma il 4-0 del primo tempo è stato condizionato dagli episodi. A partire dall’autorete di Joronen, poi con i due calci di rigore arrivati il primo su un errore banalissimo dello stesso Joronen, il secondo su una ingenuità clamorosa di Schingtienne. E’ pesante come risultato, ma non avevo visto un Milan dominante in lungo ed in largo che meritasse di chiudere così. Sarei quindi cauto nei giudizi, la squadra deve trovare un equilibrio che oggi ancora non vedo, ma ci sta perché è cambiato l’allenatore così come alcuni interpreti”.

Dove vede arrivare le italiane in Champions? Stasera si comincia.

“Le italiane le vedo bene. Nelle ultime competizioni le italiane sono andate molto bene, ricordiamoci che due anni fa una semifinale era stata Milan-Inter. E l’Inter poi ha giocato alla pari con il City probabilmente meritando anche qualcosa in più a livello di prestazione. L’Atalanta ha vinto l’Europa League, la Roma ha vinto la Conference League e poi è arrivata in finale di Europa League, la Fiorentina stessa ha fatto due finali di Conference League. Nelle finali europee siamo tornati un po’ agli anni dei fasti, perché ci sono dei club come Milan e Juventus che quando vedono l’Europa si accendono. C’è speranza quindi perché i nostri club hanno la capacità di mettere in difficoltà ogni avversario, Bologna compreso, sono molto ottimista”.

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