La recente sosta per le Nazionali ha portato all’attenzione degli appassionati di calcio italiano una squadra differente: gli Azzurri di Spalletti hanno raccolto due vittorie in Nations League contro Francia ed Israele che hanno ridato fiducia e speranza all’ambiente dopo il deludente Europeo.
Fra le novità del nuovo ciclo c’è Caleb Okoli, ennesima intuizione del settore giovanile dell’Atalanta che nella passata stagione si è affermato al Frosinone convincendo prima il Leicester ad investire su di lui in estate e poi il ct Spalletti a chiamarlo in Nazionale.
Il suo agente, Alessandro Barison, è intervenuto in esclusiva a Sportitalia per parlare di lui.
Che esperienza è stata per lui questa prima chiamata in Azzurro?
“E’ stata una esperienza molto positiva, essere chiamato in Nazionale maggiore è motivo d’orgoglio ed un bel risultato. Non c’è stato l’esordio, ma in questo momento cosa si può chiedere di più? Speriamo che possa avvenire magari nella finestra di ottobre contro Belgio ed Israele, chissà”.
Se l’aspettava una chiamata così presto in Azzurro?
“No. Ora lui deve continuare a giocare e ad accumulare esperienza. Più gioca e più potrà crescere, Spalletti giustamente si dovrà infatti affidare a chi gioca di più. Il ragazzo ci mette tutto l’impegno, l’applicazione e la voglia di diventare un giocatore importante”.
Dove può crescere?
“La Premier League è un bel banco di prova dove può accumulare conoscenze e dove può solo che migliorare. Ci sono molti giocatori di un certo calibro, abili tecnicamente e veloci. Dovrà essere pronto ed essere sempre più sul pezzo per sapere dove vanno palla e giocatori. E’ un calcio più veloce, anche a livello di circolazione di palla e i difensori devono anticipare la giocata”.
Che ruolo ha avuto Di Francesco nella sua crescita?
“E’ primo motivo per il quale ha scelto il Frosinone, insieme alla presenza del direttore Angelozzi. Si sapeva che sarebbe stato un campionato impegnativo essendo una neopromossa e purtroppo non si è riusciti a raggiungere la salvezza. A livello personale però la sua crescita è stata esponenziale, Di Francesco gli ha sempre dato fiducia anche quando ha fatto qualche errore. I giovani devono poter sbagliare per imparare e per un difensore non è facile da questo punto di vista. Poi Caleb è bravo perché si adatta a fare sia il centrale che il braccetto”.
Soprattutto in Italia c’è più attenzione in quel reparto.
“Si ed ha dovuto affrontare molti attaccanti bravi. Se li studia sempre i giorni prima di affrontarli”.
Ci sono stati altri club che lo hanno cercato in estate?
“Qualcuno dalla Bundesliga, poi squadre francesi ed anche qualche italiana. Ma quando è arrivato il Leicester lui mi ha detto: “E’ il mio momento”. Voleva la Premier, che è sempre stato il suo sogno, anche se gli faceva piacere vedere di avere possibilità anche per Italia o Germania”.
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