La vicenda Sinner-doping ancora non è del tutto chiusa e tutto dipende dalla decisione della Wada di andare avanti con i ricorsi o meno
La prima scadenza per il ricorso è già passata, senza che l’organismo internazionale per la lotta al doping intervenisse, ma c’è un ulteriore step che potrebbe vedere ancora coinvolto il destino di Jannik Sinner. La parola fine alla vicenda non può essere ancora del tutto scritta.
La vittoria agli US Open ha fatto tornare il sorriso a Sinner. La sua è stata un’estate di assoluto successo, vista l’affermazione ottenuta anche a Cincinnati qualche settimana fa. Il numero uno del mondo si è scrollato dalle spalle il peso tremendo della vicenda doping, che lo accompagnava da marzo ma di cui nessuno era a conoscenza. Dopo Indian Wells tutti i suoi tornei sono stati macchiati da questa situazione pendente- Un vero macigno con cui dover scendere in campo ma che non gli ha impedito di ottenere comunque risultati importanti e di difendere a pieno titolo la vetta del ranking ATP.
La parola fine sulla vicenda Clostebol non può essere però ancora scritta. Questo perché tutto dipende dalla Wada e ancora i termini ultimi per la presentazione del ricorso non sono scaduti. Come tutti gli appassionati sanno, esisteva un limite di 21 giorni, dalla presentazione della documentazione, per fare ricorso. Questa scadenza è già stata superata, il problema è che nel frattempo l’organizzazione mondiale della lotta al doping ha chiesto un’integrazione, per poter capire meglio la vicenda.
Secondo quanto riportato da ‘La Gazzetta dello Sport’, la revisione della Wada è ancora in divenire e l’ultimo termine per presentare ricorso è il 30 settembre. Quello che però emerge è che all’interno dell’organizzazione non ci sia particolare intenzione di procedere oltre, ritenendo la faccenda già piuttosto chiara. Tutto dovrebbe concludersi con un nulla di fatto e con l’archiviazione definitiva del caso. L’entourage di Sinner mostra ottimismo e ormai manca davvero poco a chiudere tutta la vicenda.
In realtà, come spiegato da Casper Ruud, la bravura del nostro tennista e del suo staff è stata quella di agire tempestivamente.
Parlando della questione Clostebol, il norvegese ha dichiarato: “Sinner per difendersi è stato bravo a trovare una spiegazione entro 15 giorni dalla positività. Ha capito subito da dove provenisse la sostanza”. Poi aggiunge: “Non tutti riescono ad essere così rapidi nel capire i motivi della propria positività e questo poi fa la differenza”. Una voce quindi fuori dal coro dei Kyrgios o degli Shapovalov. Non tutti sono contro Jannik.
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