Tutto quello che si può sbagliare nella conduzione societaria e disciplinare, al Milan lo stanno sbagliando. Prima a partire da un mercato sufficiente ma deludente: il Milan partiva da secondo a miglia di distanza dall’Inter, che è rimasta là avanti, mentre Juventus e Napoli hanno recuperato a grandi falcate. Mentre i rossoneri hanno solo sostituito in attacco, hanno aggiunto una pedina utile in difesa e centrocampo, e stop. La qualificazione in Champions è a rischio sin dall’inizio, con Atalanta e Roma che potrebbero essere davanti, perché il salto di qualità che poteva essere fatto con un Zirkzee non è stato operato.
E poi il casino dirigenziale. Per tutto l’anno nella stagione passata avevamo evidenziato come la figura di campo che era Maldini era stata estratta dal Milan senza essere rimpiazzata. I mesi di apprendistato di Ibra si sperava che passassero veloci, ma certe tappe sono ineludibili. E quest’anno che finalmente poteva partire dall’inizio Zlatan che fa? Se ne va in vacanza, o si assenta per impegni personali pregressi per dirla in milanistese, già dalla terza giornata e per tre settimane, proprio nel momento già delicato?! Follia assoluta, perché Zlatan riveste un compito che deve essere la matrice costante della squadra, tanto più in un momento simile. E se davvero Furlani ci crede a quello che dice quando dichiara che non serve necessariamente la sua presenza se ci sono già lui, Moncada e Cardinale presenti, allora vuol dire che al Milan non hanno capito proprio niente di quanto il lavoro dello svedese debba essere insostituibile, e che questa politica quantitativo dell’uno vale uno sia un suicidio annunciato. Perché poi succede quello che succede con Theo e Leao, e chi dovrebbe andare a tenerli a rapporto, Furlani? E Moncada sedersi a fare briefing tattico con Fonseca?! Via, non scherziamo.
Ci sta mettendo del suo Fonseca? Sicuramente non ha trovato il bandolo della matassa difensiva, in cui Pioli era rimasto intrappolato. Ma è un progetto a cui si deve dare un minimo di tempo per svilupparsi, almeno 3 mesi. E invece incredibilmente qua si paventa un esonero e siamo ancora tecnicamente in estate, con Paulo Sousa tra le possibile opzioni. Gestione assolutamente inconcepibile.
Nel frattempo ricomincia la Champions, e non solo grazie a Mbappé stavolta Ancelotti può centrare il bis che non gli è mai riuscito (per carità, in 35 anni è riuscito solo a Zidane). Badate però che il Real Madrid pur essendo il favorito assoluto però non lo è così marcatamente, perché il problema della squadra che deve rinunciare a 3 giocatori in fase difensiva sarà la questione principale con cui Carletto dovrà avere a che fare sul crinale della vittoria.
Il City rimane la maggiore alternativa ma c’è un fattore di brillantezza negli uomini più creativi che potrebbe penalizzare Guardiola. Nel pacchetto di testa le italiane potrebbero essere piazzate molto bene, e mi riferisco solo a Inter e Juventus, inferiori a quelle due e forse anche al Liverpool, ma alla pari con Arsenal, Atletico e PSG, e persino superiori a Bayern e Barcellona. L’Inter parte da un potenziale sesto posto con cui impostare l’andatura per gli Ottavi, la Juventus davvero da immediatamente dietro. Ma il calendario nerazzurro è più difficile, con City e Leverkusen in trasferta, e soprattutto Arsenal in casa. Là si deciderà la qualificazione diretta, visto che per passare servono 6 vittorie su 8. E occhio perché proprio l’Arsenal in generale può essere la sorpresa della stagione (anche se la nuova formula è una bestia da studiare, potrebbe eliminare la finalista a sorpresa che praticamente è una costante della Champions).
La Juventus invece ha un calendario molto migliore, inferiore solo al City – comunque affrontato a Torino – e favorita contro le altre 7, per quanto nessuna sia materasso. L’Atalanta è da qualificazione comoda ai sedicesimi, ma anche il Bologna può farcela ampiamente se Italiano trova efficacia, perché ci sono ben una quindicina di squadre peggiori del Bologna. E il Milan? Certo da Sedicesimi, ma non è messo benissimo, da quindicesimo posto in griglia, e chissà in che condizioni tecnico tattiche. Paradossalmente l’esordio con il Liverpool è una partita che puoi permetterti di perdere. Perché la qualificazione diretta agli Ottavi è in questo momento per i rossoneri una preoccupazione non alla portata.