Paulo Sousa è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Sportitalia, per parlare di attualità ed anche della sua voglia di tornare in Italia, un giorno.
Fonseca ha una situazione difficile al Milan. Lei sa come affrontare queste situazioni: quali sono le difficoltà in una situazione così?
“L’importante è essere coerenti con le proprie idee. Le difficoltà ci sono ovunque, non soltanto in Italia. Serve poi essere capaci di percepire l’individuo. Più o meno sempre quello che ho cercato di fare, capendo la cultura interna del club. Bisogna capire i giocatori e come si vedono per cercare dei punti d’incontro rispetto a come li vediamo noi. E’ un punto di partenza per la crescita. Il calcio è una micro-società dove servono regole. Se la cultura interna della società non ti aiuta a creare identità comune, c’è bisogno di tirare fuori molt da noi stessi, in modo coerente a come vediamo le cose. Io sono allenatore e quando ho deciso di farlo sapevo che il focus principale doveva essere il giocatore”.
Le manca l’Italia?
“L’Italia è casa mia, mi hanno sempre fatto sentire così ed ho anche casa lì. Mi ha dato molto come calciatore e come allenatore. E’ molto esigente e particolare, la amo tantissimo. La vita però è fatta di sfide e bisogna essere preparati ad ognuna di essa, lavorarci nel migliore dei modi”.
Prima o poi a casa si torna sempre?
“Sì, a casa torno sempre”.
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