Altro improvviso e devastante lutto. Se n’è andato per sempre un vero simbolo dello sport. Il cordoglio sui social
Cosa sarebbe lo sport senza i suoi cantori, cioè i giornalisti sportivi? Se le star del calcio, della pista, del parquet, ecc. sono idoli e modelli per intere generazioni lo si deve anche chi ne racconta le gesta facendole rivivere sui quotidiani, in tv e sui vari device.
Non solo. Con le loro analisi e le loro cronache alcuni giornalisti hanno reinventato il linguaggio sportivo rendendolo accessibile e familiare anche a chi, pur appassionato, non mastica di tecnica e tattica. Ad esempio, tutti i tifosi di calcio conoscono termini come contropiede, melina, goleador, Derby d’Italia o i nomignoli ‘Abatino’ e ‘Rombo di tuono’ con cui ancora oggi vengono identificati rispettivamente Gianni Rivera e il compianto Gigi Riva.
Tutte invenzioni letterarie di quell’autentico fantasista della penna che è stato Gianni Brera. Insomma, un giornalista sportivo non è un semplice cronista ma è un protagonista dello spettacolo sportivo. Ecco perché quando ne scompare uno, la relativa perdita è paragonabile a quella di un campione o di un allenatore titolato.
Il mondo del giornalismo sportivo francese, e non solo, piange la prematura scomparsa, a 66 anni a causa di un’implacabile malattia, di Didier Roustan, volto noto al pubblico televisivo transalpino per aver condotto per diverse edizione il popolare programma ‘Telefoot’.
Da adolescente libero nelle file dell’As Cannes, Didier Roustan abbandona presto il sogno di una carriera professionistica. Ciò non gli impedisce di sviluppare un immenso amore per il calcio. Passione che ha condiviso fino a pochi mesi fa nella trasmissione “L’Equipe du soir”, sul canale de ‘L’Equipe’, con la sua ultima apparizione in video lo scorso giugno.
Nella sua lunga e prestigiosa carriera, iniziata nel 1976 con uno stage nella redazione di TF1, Didier Roustan ha collaborato anche con ‘Europe 1’, ‘RTL’ e ‘Canal+’. Non solo giornalismo sportivo ma anche tanto impegno sociale. Didier Roustan, infatti, è stato tra i co-fondatori, insieme ad Eric Cantona e Diego Armando Maradona, del primo sindacato mondiale dei calciatori, l’Associazione Internazionale dei Calciatori Professionisti (AIFP) che ha visto la luce nel 1995. Inoltre, nel 2003, insieme ad Arsene Wenger, ha dato vita all’associazione ‘Foot Citoyen’ per contrastare il razzismo e la violenza nel calcio.
“Tifoso del Cannes, legato ai Rouge et Blanc, amava il calcio, soprattutto il bel gioco e le belle storie. Aveva inventato un nuovo linguaggio televisivo attorno al pallone, pieno di spirito positivo e poesia”, il post di cordoglio, su ‘X’, del sindaco di Cannes, David Lisnard, a cui si uniscono, commossi, i giornalisti e tifosi di ogni fede calcistica.
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