Non succedeva da 70 anni all’Italia: a cosa può puntare verosimilmente?

Era da 70 anni che l’Italia non vinceva in Francia, la grande nazione europea contro la quale da più tempo resisteva il tabù in trasferta. Questo serve a mettere ancora più in contesto la vittoria più inattesa e inaspettata degli ultimi 10 anni.

Perché l’Italia al di là dei problemi tecnico tattici, era sotto un tram proprio da un punto di vista di spirito di squadra, e si è persino visto nella prima metà del Primo Tempo, quando la Francia ci trapassava come burro. Avere visto un ribaltamento dello scenario ma soprattutto dell’Italia stessa nel giro di solo mezz’ora, è tanto incredibile quanto inspiegabile.

Sicuramente la Francia ci ha messo del suo, tanto avvitata su sé stessa quanto è dopo la depressione europea, e se in attacco rimane la più attrezzata al mondo, però quell’appassimento dalla cintola in giù e quella mancanza di spirito di sacrificio vista in Germania sono alla lunga venuti fuori marchianamente.

Ma anche così non è sufficiente a spiegare la partita di personalità dell’Italia. Lo spirito collettivo e la capacità di rimontare e crederci sono davvero la cosa più interessante, perché sembrava francamente irrecuperabile dopo le accuse risibili di Spalletti post-Europeo, e tanto più figuriamoci in una partita del genere con coefficiente di difficoltà massimo già prima della partita, ancorché in svantaggio dopo 14 secondi.

Sembra come se Spalletti sia riuscito a fare bene esattamente tutto quello che aveva sbagliato agli Europei, dunque proprio sul piano della gestione psicologica. Poi ovvio c’è la scelta chiara sul 3-5-2, il non inventarsi posizioni per i giocatori, e avere una direzione precisa in quello che si vuole essere, palleggiatori e rapidi pur concedendo spazi. Strategia rischiosa peraltro, che aveva portato ad esempio molto bene in Inghilterra sul piano del gioco, ma male su quello del risultato per un’interpretazione troppo naïf della fase difensiva. Stavolta è cresciuta nella partita, cresciuta assai, ma contando più sulla forza di volontà, che è il collante basico nel concetto di squadra.

Le prospettive adesso sono illimitate quanto imperscrutabili. Tranne Spagna e Argentina, al mondo non c’è nessun altro nettamente miglior dell’Italia contro cui il pronostico sia chiuso in partenza.

E’ altresì vero, che come abbiamo tristemente imparato, senza lo spirito basico di squadra perdi contro chiunque. Abbiamo una squadra giovane e con un buon impianto titolare, con poca profondità di rosa e scelte limitatissime in attacco. Ma la cosa più importante è che Spalletti se lo crede lavori sulla sua idea senza però arroganza di sentirsi più intelligenti degli altri, ma con l’umiltà di stare a testa bassa dentro la partita, e saper soffrire quando serve. Non c’è Nazionale del azzurri che abbia mai potuto prescindere da questo.

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