Osimhen: tutti liberi. Dybala in panchina anche no. Juve, ottimo lavoro. Il Condor non vola

Precedenza a una spremuta di sincerità: non se ne poteva più di Victor Osimhen e di una storia che aveva stancato anche chi si occupa di calcio o di calciomercato una volta ogni due anni. Per fortuna siamo arrivati alla soluzione che accontenta tutti: il Galatasaray lo prende in prestito fino al prossimo giugno; paga i mesi che restano di un ingaggio da 11 milioni; lancia una bombola di ossigeno destinatario Aurelio De Laurentiis che avrebbe voluto come minimo risparmiare i soldi dello stipendio dopo aver organizzato una campagna acquisti con pochi precedenti in casa Napoli. È il colpo di teatro che serviva, la mossa necessaria per sgombrare lo spogliatoio e liberarsi di chi aveva ritenuto opportuno non partecipare alla vita pre-campionato del Napoli perché aveva deciso di andar via. Come se a fine mese non arrivasse ugualmente il bonifico di uno stipendio regale. Come se non fosse stato il suo agente a chiedere e ottenere, lo scorso inverno, la clausola con mega aumento con la pseudo sicurezza che in estate avrebbe portato un’offerta all’altezza. Invece, zero. Lo stesso Calenda che ha detto “Osimhen non è un pacco” per respingere presunte illazioni di mercato su un prestito con diritto di riscatto al Chelsea, quando poi Osimhen va al Galatasaray in prestito secco: ci vuole coraggio. Il rinnovo fino al 2027 e una clausola più bassa sono situazioni che permetteranno al Napoli di gestire meglio il futuro. Mi spiace aver ascoltato da Fabio Capello il seguente concetto: se il Napoli non vende Osimhen, meglio reintegrarlo perché in coppia con Lukaku farebbe sfracelli. A parte che sulla coesistenza si era già espresso Conte, di sicuro sarebbe stato l’epilogo peggiore: far rientrare in gruppo e riproporre allo spogliatoio chi aveva chiesto di andare via. Sarebbe stato peggio di un disastro, fortunatamente è stata trovata la soluzione ideale per rinviare la decisione definitiva di un anno e per concentrarsi sul nuovo Napoli che ha voglia di stupire.

Alcune velocissimi considerazioni con il mercato da pochi giorni alle spalle. Ben vengano i direttori sportivi italiani e con sale in zucca, per esempio quel Sean Sogliano che ha preparato altri manicaretti per le migliori fortune del Verona. La gestione degli ultimi tre-giorni di mercato della Roma è di un’improvvisazione con pochi precedenti: nessuno si offenda, bisogna sempre dire ciò che si pensa. Hermoso è un buon difensore, ma ci sono due cose da dire: se ha trovato squadra a settembre significa che non aveva tutti questi estimatori; consegnare a De Rossi uno specialista che non ha fatto preparazione significa esporlo a rischi. Lo stesso DDR colpevole di aver escluso Dybala in casa della Juve dopo le parole al miele della settimana precedente: uno come Paulo dovrebbe essere titolare a prescindere, non cambio idea sul fatto che l’operazione in Arabia non sia andata in porto per una storia di cartellino (offerta bassa) piuttosto che di volontà della Joya di restare. La Juventus ha fatto un lavoro enorme, senza i voli del Condor il Monza ha combinato poco o nulla, Conte non può lamentarsi di ADL e forse sarebbe il caso di ringraziarlo per i regali ricevuti dopo copiosi investimenti. Sono gli estremi e la sintesi più stringata di un calciomercato per me davvero emozionante e che ha regalato adrenalina fino alla fine.

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