Milan, è un incipit thriller. Tra casi incombranti e risultati deludenti

Nella tempesta rossonera che ha incupito il presente del Milan, tra risultati deludenti, prestazioni rivedibili e un caso ingombrante, provare a trovare un riparo è il primo necessario passo che il club deve fare. In un momento simile il silenzio e le preghiere servono a poco. Occorre agire, quantomeno a parole, dato che in campo per due settimane non si potrà farlo. Inevitabile, perciò, che a margine della conferenza stampa di Tammy Abraham, qualcuno ci mettesse la faccia. Non Zlatan Ibrahimovic, la cui assenza in un segmento così delicato ha fatto e continua a fare rumore, ma Giorgio Furlani, parafulmine in una tempesta che ha inevitabilmente offuscato la presentazione dell’ex attaccante giallorosso.

Sullo svedese ha tagliato corto, parlando di un impegno preso da tempo, ben prima del suo ingresso in dirigenza. Ma dopo queste prime tre giornate, tutt’altro che incoraggianti, gli argomenti non sono mancati, come in tutte le fasi di crisi che ciclicamente attraversano i club. Sul caso Theo e Leao, la linea, già tracciata dai giocatori e da Fonseca nel post partita, è rimasta sempre la stessa. Nessun evento, nessuna intenzione di riaprire la questione. Ma anche nessun chiarimento rispetto a una vicenda che anche solo a livello comunicativo poteva e doveva essere gestita meglio.

Cercare riparo dall’incedere della pioggia significa anche fare di tutto per soffocare le polemiche e provare a ridimensionare l’amarezza dopo i primi risultati deludenti del nuovo Milan. “Non c’è nessun tipo di panico, siamo tutti con Fonseca, squadra compresa”. Reale o meno, è questo l’unico messaggio veicolabile in un momento così complicato. Reso tale anche dal fatto che si tratti solo dell’incipit di una stagione che è partita forse nel peggior modo possibile.

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