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Editoriale Calcio

Le pagelle delle Big: Napoli e Juve da 8. Romane e Dea rinviate a giudizio. Milan, ritardi e confusione

Finalmente il mercato è finito e il campionato si ferma ora che aveva preso la discesa. Gli allenatori più di parlare del mercato aperto per 10 giorni con il campionato in corso pensassero ai danni della sosta di inizio settembre. Andiamo con i voti delle big dopo 3 mesi di mercato, tanti soldi spesi e molta confusione fatta.

NAPOLI VOTO 8

Conte si lamenta del mercato aperto a campionato in corso. Sbaglia. Il Napoli si scatena negli affari dopo gli schiaffi di Verona. Squadra ribaltata e centrocampo nettamente rinforzato. De Laurentiis spende e tanto. Conte viene accontentato. Lukaku si cala subito bene nella parte. Nel giudizio e nel voto, ovviamente, influisce anche la scelta del Mister. Aurelio prende il meglio che offriva il mercato e non rimpiangerà i soldi spesi. Manna acerbo ma, almeno nel finale, chiude i colpi indicati dall’allenatore. Osimhen resta un problema. La gestione non sarà semplice e a quelle condizioni non può gravare sulle finanze napoletane. Squadra da Champions, non da scudetto. Al primo anno di Conte bisognerà avere pazienza e ricostruire. La piazza è un’arma in più.

JUVENTUS VOTO 8

Manca qualche colpo nel finale, alcuni calciatori individuati non sono arrivati e ad un certo punto Giuntoli ha rischiato di incartarsi. Poi, però, ha chiuso ottime trattative e ha dato a Thiago Motta la squadra di cui aveva bisogno. Bravi anche a lavorare sui giovani. La Juve può competere per lo scudetto e ha l’obbligo di provarci. La mano di Cristiano si vede ma anche quella di Motta è evidente. Gli allenatori si devono giudicare per il presente ma anche per il passato. Vedete il Bologna senza di lui che fatica sta facendo. Juve all’anno zero ma la strada tracciata è quella giusta.

INTER VOTO 6,5

Doveva fare poco ma l’ha fatto. Prima con i parametri zero e poi chiudendo i colpi nelle seconde linee. Per i Campioni d’Italia c’era da fare poco ma il rinnovo di Lautaro da solo valeva un 7 in pagella. Buona gestione del mercato per Beppe e Piero. Inter resta la più forte ma quest’anno non sarà una passeggiata.

ROMA VOTO 6

Tante idee, alcune confuse, buoni propositi ma anche tanti errori e ritardi. Non è una Roma da scudetto, forse può lottare per i primi 4 posti (se sviene qualcuno) per il resto troppi stranieri in società che conoscono il calcio ma non conoscono il calcio italiano. De Rossi va accompagnato e non va mai lasciato da solo.

LAZIO VOTO 6

Baroni realizza il sogno della vita, Lotito si prende un azzardo. Il mercato di Fabiani è interessante, con qualche sorpresa anche se in questa estate nella rivoluzione biancoceleste ha perso tante certezze del passato. Sembra l’anno zero. Mercato lungimirante ma non è una squadra da prime posizioni.

MILAN VOTO 5,5

L’arrivo di Fonseca andava scongiurato. Siamo alla terza e ci sono già più problemi dell’era Pioli, parte finale. In molti non volevano Fonseca sulla panchina rossonera ma la società ne ha fatta una questione di principio. Grave errore. Ora hai tifosi delusi e calciatori scontenti. Un punto assurdo con il Torino, zero a Parma e uno di rimonta con la Lazio. Poco, forse pochissimo. Mercato incerto, troppe scommesse ma soprattutto un mercato fatto senza tenere conto delle esigenze di una squadra che doveva cambiare marcia rispetto all’ultimo anno e la marcia è stata messa all’indietro. Partenza flop, si può solo fare meglio dopo la sosta.

ATALANTA VOTO 5,5

Percassi resta il genio del mercato. Per lui parlano i fatti. L’infortunio di Scamacca prontamente sostituito da Retegui. L’affare Brescianini, rubato al Napoli è da cinema del mercato. Il resto sono acquisti mirati e giusti. Alcuni arrivati troppo tardi. Però questa volta la Dea subisce l’onda del mercato e non la cavalca. Più che sbagliare calciatori, il club ha sbagliato strategia. Dopo il trionfo in Coppa bisognava vendere e fare cassa. Gli acquisti mirati andavano presi a giugno e non rincorsi ad Agosto. Gasperini non è contento e questa volta l’Atalanta rischia di non ripetersi a livelli altissimi.

Michele Criscitiello

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