La sconfitta di Carlos Alcaraz agli US Open apre scenari inattesi e preoccupanti per il tennista spagnolo (e non solo): cosa succede adesso
È stata una grossa sorpresa per tutti gli appassionati di tennis vedere Carlos Alcaraz uscire al secondo turno degli US Open. In molti sognavano una riproposizione dei suoi duelli con Jannik Sinner e Novak Djokovic, ma lo spagnolo è uscito di scena anzitempo, contro un avversario non irresistibile come l’olandese Van de Zandschulp, che però ha trovato una delle sue giornate migliori in carriera.
Al contrario, Alcaraz non è mai entrato in partita, troppo brutto per essere vero. E ha finito col perdere meritatamente in tre set. Una versione decisamente sotto tono del classe 2003 spagnolo, una sconfitta che si carica di significati importanti e da leggere con attenzione.
La contemporanea uscita di scena di Alcaraz e Djokovic fornisce a Jannik Sinner una grande occasione, l’azzurro può provare ad arrivare fino in fondo e vincere il secondo Slam della sua stagione, oltre che provare ad allungare ulteriormente in vetta al ranking ATP. L’azzurro, in questa fase, pare avere decisamente più continuità di rendimento e la classifica lo premia.
Alcaraz ko, lo spagnolo ammette: “Ho un problema”
Nonostante il suo tennis altamente spettacolare, che lo ha messo già in condizione di vincere più volte match spettacolari e indimenticabili e ottenere grandi trionfi, Carlos Alcaraz soffre ancora di troppi alti e bassi. Quando non riesce ad esprimersi al massimo, diventa improvvisamente vulnerabile.
Lo ha ammesso lui stesso, con grande franchezza ed onestà, al termine della gara persa contro Van de Zandschulp, spiegando quali sono i suoi problemi in questo momento. Un po’ di calo fisiologico dopo le Olimpiadi, certo (anche a Cincinnati era uscito subito, per mano di Monfils), ma non soltanto.
Ecco cosa ha dichiarato Alcaraz sui suoi problemi attuali: “Ho giocato contro il mio avversario ma anche contro me stesso, nella mia mente. Non riesco a controllare troppe emozioni, è qualcosa su cui devo riflettere e imparare. Devo riuscire a cambiare, è questo il problema, quando una partita non va. Sento che ho fatto dei passi indietro con la testa rispetto a questa estate e non va bene. In questo momento non sono forte mentalmente. Ora voglio parlare con il mio team e capire cosa fare”. Riflessioni che per la sua carriera, per fargli trovare la giusta continuità, saranno fondamentali in un momento non semplice neanche per il tennis spagnolo, che per la prima volta dal lontano 1999 non vede approdare uno dei suoi tennisti al terzo turno per ciò che concerne il tabellone singolare maschile di uno Slam.