Continuano a emergere nuovi dettagli sul caso Sinner: le ultime dichiarazioni sorprendono i tifosi, la verità potrebbe essere questa
Gli US Open sono cominciati, ma nel mondo del tennis continua a tenere banco il caso Sinner, la vicenda legata al doping che ha diviso gli appassionati e gli stessi giocatori. Se infatti c’è chi, come Nick Kyrgios, indipendentemente da quello che sta emergendo, continua a ritenere che l’azzurro avrebbe dovuto incassare una squalifica, in molti hanno preferito prendere le parti dell’altoatesino, e altri ancora, come Djokovic, hanno scelto di spostare il focus su un altro tema: quello dell’equità da dover garantire a tutti i tennisti, anche a quelli di minor prestigio.
Proprio le parole del fuoriclasse serbo in merito al caso Sinner hanno creato nuove discussioni negli ultimi giorni. In sostanza il 24 volte campione Slam non ha colpevolizzato Jannik, ma ha sottolineato come sia riuscito a far emergere la sua innocenza grazie alle sue possibilità, che gli hanno permesso di essere difeso da uno dei migliori studi legali al mondo. Altri tennisti non hanno avuto questa fortuna, ed è proprio da questa disparità di possibilità che nasce la (presunta) mancanza di equità tra la sentenza ricevuta da Sinner e quella subita da altri giocatori.
Un pensiero che, in gran parte, ha trovato d’accordo anche un grande ex campione come Adriano Panatta. Intervenuto ai microfoni della ‘Domenica Sportiva’, l’ex tennista italiano ha infatti preso le parti, ovviamente, di Sinner, ma non ha potuto non dare ragione anche a Djokovic. Anzi, per rafforzare la tesi del serbo, Panatta ha rivelato alcuni dettagli sul quanto accaduto a marzo al tennista azzurro, svelando una verità che nessuno poteva immaginare.
Tra l’innocenza e la colpevolezza, spesso la differenza sta nel lavoro dei propri legali. Questo è il sunto del pensiero di Djokovic, confermato dallo stesso Panatta. L’ex tennista romano ha infatti raccontato di come Sinner si sia affidato, dopo la sospensione per la positività di Indian Wells, al più grosso studio londinese di avvocati. Uno studio che lui si è potuto permettere, altri no.
In quel momento non è trapelato nulla. I legali hanno lavorato immediatamente sulla questione per dare forza alle tesi difensive dell’azzurro, mentre le organizzazioni chiamate a giudicare si sono affidate ai massimi esperti di antidoping al mondo per cercare di fare chiarezza in una questione ovviamente molto delicata, visto il nome coinvolto in questa vicenda.
Un nome che però, a quanto pare, gli esperti dell’antidoping non conoscevano. Spiega infatti Panatta: “Per decidere se Sinner fosse innocente le organizzazioni hanno chiamato i tre più grandi esperti di antidoping al mondo, e due di questi nemmeno sapevano che il soggetto da giudicare fosse Sinner“.
Parole che sembrano rafforzare ancora di più la sua innocenza. Senza nemmeno sapere chi fosse il giocatore che stavano giudicando, gli esperti hanno infatti garantito che per questa contaminazione avvenuta con lo spray non ci fosse alcuna responsabilità diretta da parte del tennista. E basterebbe questo probabilmente a mettere definitivamente a tacere chi avrebbe voluto invece una pena molto più severa per Sinner, nonostante un’innocenza comprovata.
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