Continua la girandola di pareri ed opinioni sulla vicenda di doping involontario che ha coinvolto Jannik Sinner
Innocentisti e giustizialisti. Difensori ad oltranza o accusatori perfino ironici. Da quando il mondo del tennis è stato investito dalla vicenda doping che ha coinvolto Jannik Sinner, l’opinione pubblica si è divisa tra i due partiti sopra citati. Ovviamente ognuno di essi ha i propri esponenti disposti a tutto pur di portare avanti la propria opinione, così come nel mezzo esiste un vasto oceano di persone che, in attesa di ulteriori rivelazioni ufficiali, non si espone in modo netto.
L’assunzione involontaria e inconsapevole di una sostanza inserita tra quelle dopanti, come noto, ha portato l’ITIA – l’International Tennis Integrity Agency – a multare il campione altoatesino, con tanto di sanzione relativa ai punti conquistati nel torneo oggetto del test antidoping incriminato, ma non è scattata alcuna squalifica. O sospensione. Né tantomeno l’impedimento a giocare durante le varie fasi del processo e della produzione delle prove: un lasso di tempo durato oltre 5 mesi.
Lo staff del tennista è risalito immediatamente alla causa della presenza di Clostebol nell’organismo, convincendo le autorità competenti che lo stesso sia penetrato nell’organismo per una fatale leggerezza del fisioterapista del giocatore, Giacomo Naldi, che a sua volta aveva curato una sua ferita col Trofodermin, una pomata cicatrizzante contenente il principio attivo vietato.
Le spiegazioni e le prove prodotte dal numero uno del mondo non avevano però convinto fino in fondo alcuni colleghi – anche illustri – dell’altoatesino. Qualcuno si era esposto con attacchi più o meno diretti, salvo però, qualche giorno dopo, prodursi in un clamoroso dietrofront sull’argomento.
A differenza di Nick Kyrgios, che aveva espresso la sua delusione e il suo sarcasmo sulla vicenda con un post su X davvero inequivocabile, Denis Shapovalov si era limitato ad una laconica frase, sempre sui social, dalla quale in ogni caso sembrava chiara la sua posizione sull’argomento. Si faceva riferimento a ‘regole diverse per giocatori diversi’: un’espressione che potremmo tradurre nel nostro più familiare ‘Due pesi e due misure‘.
A giorni di distanza è arrivato però il chiarimento del giocatore canadese, che assicura di non aver voluto fare riferimento direttamente al campione azzurro col suo precedente post su X.
“Sinceramente il post non aveva niente a che fare con Jannik Sinner. Per me è solo una questione di come gestiscono ogni situazione in modo diverso, a seconda del giocatore“, ha detto ai microfoni di ‘Tennis Majors’. “Non è giusto che alcuni tennisti siano stati sospesi per anni per contaminazione, e altri sono in grado di giocare e stanno solo cercando di nascondere la cosa sotto il tappeto”.
Shapovalov ha infine evidenziato come ci siano un paio di altri atleti che non sono mai risultati positivi e “hanno saltato un paio di test, ricevendo una squalifica di 18 mesi”.
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